Ciò che sta succedendo a WhatsApp in Brasile ha dell’incredibile. In seguito alla mancata collaborazione nel corso di una indagine il servizio di messaggistica più popolare al mondo ha subito una condanna – in data 11 Febbraio – che prevedeva la sospensione del servizio. I dirigenti della società hanno tuttavia presentato un appello ed oggi sono riusciti a conseguire una vittoria, come testimoniato dal quotidiano O Globo.

Un giudice ha dunque interrotto la sospensione del servizio che però, in realtà, non era mai stata realmente messa in pratica. WhatsApp non possiede uffici in Brasile e dunque l’attuazione del ban sarebbe spettata agli operatori telefonici, con tutti i problemi tecnici del caso.

Il servizio di proprietà di Facebook ha dunque potuto funzionare correttamente anche prima della sentenza odierna, tuttavia una serie di report falsi hanno permesso ai competitor di accumulare un numero spropositato di nuovi utenti. Telegram in un solo giorno ha fatto registrare 2.5 milioni di nuove sottoscrizioni.

Le motivazioni che hanno portato alla prima sentenza non sono ancora chiare. WhatsApp, come già accennato, avrebbe rifiutato di collaborare alle indagini della polizia ma non per motivi legati alla crittografia end-to-end. Resta dunque da chiarire la vera causa scatenante dell’intera vicenda.

Via