Che cos’è la latenza e perché così importante in relazione al 5G? Questo valore è fondamentale per fruire di tutta una serie di servizi e tecnologie che fino a oggi sono state soltanto parzialmente sfruttate, ma che con i network di nuova generazione potranno finalmente decollare e prendere piede. Anche da noi in Italia.

Tuttavia pochi utenti hanno ben compreso perché questo parametro sia così importante e ci sono dubbi e incertezze sul perché si faccia spesso più riferimento alla latenza (che diventa pressoché nulla col 5G) rispetto alla velocità di navigazione. Proprio per questi motivi andremo ora a fare il punto della situazione con tutto ciò che c’è da sapere sulla latenza del 5G e su tutto ciò che ne è correlato.

Che cos’è latenza?

In primo luogo conviene partire dalla definizione secca di latenza. Conosciuto anche come ping, si può definire facilmente come l’intervallo di tempo che intercorre tra quando viene inviato un input e quando viene ricevuto il segnale di output. Ovverosia: la velocità di risposta di un sistema a un impulso.

Qualcosa che può essere molto più prezioso della velocità di navigazione stessa visto che valori di latenza ridotta al minimo possono reggere collegamenti solidi, costanti e affidabili. Paradossalmente, connessioni con velocità molto alte ma con latenza altrettanto alte solo meno utilizzabili di connessioni con velocità più discrete, ma con latenze molto basse. Fortunatamente, il 5G sarà ed è già il nuovo campione di ambo gli abiti, con altissima velocità e valori di latenza pressoché nulli.

La latenza del 5G

Scendendo ancora più nel tecnico, la latenza riferita alla trasmissione di un segnale internet e il tempo impiegato da uno o più pacchetti a raggiungere un altro computer o un altro server collegato in rete. Relativamente a 5G, se il tempo di risposta di 20 millisecondi per il 4G scenderà in un primo momento a 10 millisecondi, in futuro si arriverà fino a 1 millisecondo ossia venti volte inferiore a quanto siamo abituati in questo momento. Ma quanto è un millisecondo? È il tempo necessario al suono per percorrere 24 metri.

Tutto questo verrà offerto anche con il 5G in Italia con i vari gestori che parteciperanno al progetto ossia Vodafone, TIM, Wind e Tre, Iliad e Fastweb. Naturalmente il 5G sarà in grado di fornire la stessa latenza per tutte le decine di migliaia di utenti collegati contemporaneamente oltre che alla stessa velocità di connessione senza aver paura dell’affollamento, come può capitare molto spesso in questo momento con il 4G.

Quali sono i vantaggi della bassa latenza del 5G

Nella pratica cosa cambierà con un latenza praticamente annullata? I vantaggi sono presto detti e possono spaziare dalla quotidianità ai grandi progetti per la collettività. A livello privato, infatti, lo streaming di contenuti multimediali ad altissima definizione così come ad esempio una videochiamata altrettanto ad alta risoluzione non vedrà alcun tempo di attesa e i lag saranno pressoché eliminati.

A livello più esteso, la latenza quasi annullata consentirà finalmente di supportare tecnologie come la connessione delle auto tra di loro per segnalare eventuali incidenti o difficoltà sul percorso, azionando anche nel caso sistemi di sicurezza automatica, ma farà anche da propellente sull’Internet delle Cose e le Smart Cities andando a collegare tutti i sensori e componenti all’interno della casa oppure delle metropoli per più sicurezza, servizi e informazioni in tempo reale.

Ultimo ma non per importanza anche il discorso legato alla medicina con gli strumenti e sensori connessi che consentiranno una comunicazione in tempo reale. Ecco come cambierà il mondo con il 5G.

Le sperimentazioni sulla bassa latenza del 5G

Sono state numerose le dimostrazioni per rendersi conto della potenza di fuoco della bassa latenza del 5G. Ad esempio, lo scorso giugno 2018 il musicista Mischa Dohler ha suonato il pianoforte a Berlino mentre la figlia lo ha accompagnato al microfono da Londra con un tempo di latenza di 20 millisecondi su una distanza di mille chilometri, come se si fosse nella stessa stanza.

Il secondo esperimento è di Ericsson ed è stato portato a termine a Parigi in collaborazione con i giocatori del Paris Saint Germain come anche il nostro Marco Verratti. I calciatori hanno indossato un visore per la realtà virtuale collegata a una actioncam e hanno provato a giocare guardandosi come attraverso un videogioco all’interno del visore. Il portiere Alphonse Areola ha dovuto provare le parate e i colleghi palleggiare ed effettuare passaggi. I risultati sono stati piuttosto convincenti.