Utilizzare le nuove AirPods di seconda generazione su Android è per molti un controsenso: un prodotto creato da Apple e pensato per i suoi prodotti non è adatto ad un utilizzo con prodotti di altri brand.

Eppure molti utenti Android, dopo aver provato le AirPods, hanno apprezzato così tanto alcune qualità di questi auricolari true wireless da chiedersi (e chiederci) quale può essere l’esperienza d’uso delle cuffiette di casa Apple abbinate ad uno smartphone Android.

Abbiamo quindi abbinato gli auricolari ad uno smartphone Android, fatto qualche ricerca per qualche applicazione utile e siamo pronti a darvi una panoramica completa dopo un paio di settimane di utilizzo.

Partiamo intanto con i motivi per cui qualcuno dovrebbe scegliere di utilizzare le nuove AirPods di seconda generazione con uno smartphone Android, che secondo noi si possono identificare in due punti, ossia batteria e forma degli auricolari.

L’autonomia delle AirPods di seconda generazione è davvero ottima: parliamo di circa 3 ore di utilizzo continuo degli auricolari sia in uscita che in ingresso, per esempio in chiamata con anche il microfono attivo. In ascolto musicale arriviamo anche alle 5 ore in ascolto musicale a seconda del volume di riproduzione. Contando che il case ricarica almeno un paio di volte gli auricolari possiamo essere sicuri di coprire una giornata davvero intensa, che con un utilizzo più “normale” può significare anche 5-7 giorni.

Il secondo motivo per scegliere le AirPods è sicuramente la forma degli auricolari, o meglio tutto ciò che questa comporta: comfort di utilizzo, fit nell’orecchio ed insonorizzazione limitata. Molti utilizzatori di AirPods non riescono a tornare indietro proprio perché (quasi) tutte le alternative prevedono i gommini in ear, sicuramente più fastidiosi se utilizzati per lungo tempo. Le AirPods infatti sono meno “salde” nell’orecchio ma hanno un form factor vincente perché si possono utilizzare per una giornata intera senza sentire alcun dolore alle orecchie. Altro aspetto che per qualcuno potrebbe essere uno svantaggio, l’assenza di insonorizzazione, per molti è un vantaggio: da una parte una maggiore insonorizzazione avrebbe fatto comodo, magari sui mezzi pubblici, ma dall’altra non tutti vogliono “staccarsi” dal mondo esterno.
Facciamo un esempio: un runner che si allena su strada probabilmente vorrebbe sentire un clacson di una macchina che gli sfreccia vicino.

Come collegare le AirPods ad Android?

Basta tenere premuto il pulsante posto sul retro del case finché il LED anteriore non inizia a lampeggiare con una luce bianca. D’ora in poi procederemo normalmente come con qualsiasi auricolare Bluetooth: sullo smartphone Android entriamo nelle impostazioni del Bluetooth e tra i dispositivi visibili troveremo le nostre AirPods, clicchiamo e gli auricolari di Apple saranno collegati.

Per migliorare l’esperienza d’uso ed avvicinarci a quella che potremmo avere con i prodotti Apple possiamo ricorrere ad un’applicazione presente sul Play Store, chiamata AirBattery.

Quest’applicazione non fa altro che abilitare l’animazione pop up all’apertura del case delle AirPods e mostrare immediatamente le percentuali di carica di auricolari e case di ricarica. La grafica non sarà curata come quella originale di Apple e non avremo l’animazione con il case che ruota su sé stesso, ma la funzionalità è esattamente la stessa.

AirBattery è un’applicazione gratuita con una versione Pro a pagamento (che costa 1,19€): nella versione gratuita dovremo sopportare un po’ di pubblicità e rinunciare ad un paio di funzioni, come la possibilità di poter scegliere l’intervallo di aggiornamento dello stato della batteria e di vedere sempre l’autonomia residua nella tendina delle notifiche. Se si bada alla sostanza si può fare a meno della versione a pagamento, in quanto concretamente non aggiunge nulla di fondamentale, ma visto il costo molto contenuto della versione Pro il consiglio è di aggiornare, soprattutto perché le pubblicità sono molto invadenti e graficamente sono un pugno nell’occhio.

Tornando alle AirPods, ci sono delle controindicazioni riguardo il suo utilizzo con smartphone Android: in primis perdono qualsiasi tipo di utilizzo vocale, infatti non potremo usare (per ovvi motivi) il richiamo vocale per Siri, né tanto meno per Google Assistant o altri assistenti. Anche provando il doppio tap, le funzioni sono piuttosto confuse: in riproduzione infatti il doppio tap su un auricolare ci farà passare al prossimo brano, mentre in pausa il doppio tocco farà ripartire la riproduzione. Senza contare che non c’è modo di controllare al volo il volume di riproduzione (su iOS si può richiedere tramite Siri).

L’ultimo motivo per cui sconsigliare l’utilizzo di AirPods su Android è l’ingresso Lightning: su iOS questo è sicuramente un pro, mentre per un utilizzatore Android non sarà facile dover avere a che fare con l’ennesima tipologia di cavo diversa. Le AirPods di seconda generazione supportano la ricarica wireless, ma soprattutto in viaggio o fuori di casa non è una modalità di ricarica “comoda” ed utilizzare la ricarica via cavo è spesso una necessità.

Siamo alle conclusioni: utilizzare le AirPods su Android è “fattibile” e con un’applicazione aggiuntiva come AirBattery l’esperienza d’uso si avvicina a quella che si può avere con dispositivi iOS. Ci sono diversi motivi per scegliere questa “strana coppia”, ma allo stesso tempo ce ne sono altrettanti per valutare altri modelli. Perdono un po’ delle loro peculiarità smart, come la possibilità di richiamare l’assistente vocale, ma nei fondamentali come qualità audio, utilizzo in chiamata, microfoni ed autonomia, performano allo stesso modo sia su Android che iOS.

Basterà per farveli utilizzare sul vostro smartphone Android? Fatecelo sapere con un commento.

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