Uno degli smartphone che ultimamente fa discutere la community di Android è senza dubbio OnePlus One. Nulla di strano, dato che questo dispositivo vanta infatti del miglior hardware attualmente disponibile nel mercato, come il processore Qualcomm Snapdragon 801, la GPU Adreno 330 e 3GB di RAM, oltre che di un favoloso display IPS da 5.5″. Ciò che risulta strano, però, è il prezzo stracciato: 269€  per la versione bianca da 16GB, 299€ per quella nera da 64GB.

La domanda che quindi tutti si pongono è la seguente: “Com’è possibile che un telefono su carta alla pari, se non migliore, dei top di gamma di casa Samsung, HTC e Sony, costi praticamente la metà, se non meno?”, seguita inevitabilmente dall’ipotesi “Ci saranno dei compromessi da qualche parte che lo rendono così poco costoso”.  La risposta, tuttavia, è completamente differente da ciò. Non ci sono compromessi; come dice lo stesso motto di OnePlus, “Mai Accontentarsi”. Vediamo dunque un’analisi dettagliata dei costi di produzione e commercializzazione, così da arrivare a comprendere il segreto che si cela dietro al prezzo proposto da OnePlus.

Secondo quanto riportato da TechRadar in un’intervista al CEO di OnePlus, Pete Lau, egli stesso avrebbe affermato “Vendiamo i nostri telefoni a prezzo di fabbrica. Possiamo farlo per via di una redistribuzione delle spese che va a beneficio del cliente“. Il segreto sta dunque in due fattori chiave: tagliare le spese non necessarie e dimenticarsi di grossi guadagni, almeno per la fase iniziale.

Riguardo il primo punto, come molti già sapranno, OnePlus è riuscita da un lato a tagliare i costi di produzione affidandosi alle fabbriche di OPPO, con la quale azienda Pete Lau ha lavorato per ben 8 anni prima di fondare OnePlus a Dicembre 2013; dall’altro lato OnePlus ha deciso di adottare un sistema di pubblicità e vendita esclusivamente via internet. Secondo un’approfondita analisi del canale Youtube ColdfusTion, infatti, analizzando uno dei top di gamma del 2013 (Samsung Galaxy S4), i costi di produzione sarebbero di appena 206$ (ossia 150 €), ma il guadagno effettivo per ogni unità venduta ad un prezzo di 700$ sarebbe stato di soli 100$: ciò significa che per pubblicità e sviluppo ogni esemplare di S4 costava a Samsung circa 350$ (ossia 255€).


L’approccio di OnePlus invece prevede questo: “Piuttosto che spendere soldi in grandi campagne di marketing, noi ci concentriamo sul commercio online e l’interazione con la comunità. […] Piuttosto che lavorare con negozi rivenditori, abbiamo deciso di vendere il nostro dispositivo noi stessi, online.“, secondo quanto rilasciato da Pete. Appare dunque ovvio che, rinunciando ad annunci in TV, sensori di dubbia utilità e decidendo di lasciare agli acquirenti stessi il compito di condividere l’amore per un buon prodotto con amici e parenti tramite il tanto discusso sistema ad inviti, OnePlus abbia ridotto drasticamente le proprie spese per unità venduta.

Passando ora a ciò che probabilmente avrà lasciato scettici la maggior parte di voi, cosa vuol dire dimenticarsi dei guadagni? Semplice: ciò che OnePlus cerca di guadagnare con il suo primo telefono non è potere monetario, bensì la fiducia. Il piano perseguito da Pete Lau è un piano a lungo termine, che porterà certamente grandi guadagni se la società riuscirà a stabilirsi nell’Olimpo delle grandi marche, così da poter provare a cambiare il sistema attuale delle cose. I loro partner finanziatori hanno concesso un termine di 2 anni senza profitto alla start-up cinese, per cui ciò che ora farà da ago della bilancia sarà proprio OnePlus One.

Riuscirà questo telefono a raggiungere il successo sperato, consentendo a OnePlus di rivoluzionare il mercato degli smartphone a livello internazionale? Fateci sapere le vostre opinioni nei commenti!

 Via