Il gaming mobile è nato per rispondere alle esigenze di un’utenza cosiddetta casual, ovvero un’utenza non interessata al mondo dei videogiochi classici che richiedono impegno e tempo ma più propensa a fruire dei videogame come semplici passatempi non impegnativi ed immediati. Per quanto continui su questa strada, un leggero cambiamento è presente in Riptide GP, più simile ai classici titoli di corse anni ’90 per PlayStation e PC che a titoli come Asphalt. Per ambientazione particolare, scelta delle musiche e feeling generale questo gioco ricorda – molto vagamente, sia ben chiaro – i fasti dell’intramontabile Wip3out.

Ed è proprio al titolo della Psygnosis che si pensa correndo su scivoli d’acqua agitati da futuristiche macchine che mandano saette o compiendo evoluzioni spericolate mentre si fanno salti di decine di metri a velocità elevatissime. La stessa sensazione di dinamicità, di velocità, di sfrenatezza e di esagerazione che si respirava in Wip3out viene ritrovata in Riptide GP, che si candida ad essere uno dei migliori titoli rilasciati per Android in assoluto.

È possibile scegliere se correre sul singolo tracciato, se prendere parte ad una gara a tempo o ad un campionato che coinvolge più percorsi. Ci sono tre livelli di difficoltà, indicati dalla cilindrata della moto (250cc, 500cc, 1000cc), che però non si discostano poi molto: se è semplicissimo ottenere la prima posizione nella modalità più semplice, con lo stesso impegno si ottengono la seconda posizione nei 500cc e la terza nel 1000cc.

I circuiti disponibili sono 6, con altri 6 che replicano i primi ma si presentano al contrario. Alpha City, Launchpad, Park Hills, Grindhouse, Opera Plaza e Twister sono percorribili in senso contrario nelle versioni con il suffisso “R”. Un peccato che non ci siano più percorsi che amplino le possibilità di gioco e offrano un’esperienza più durevole e divertente. Tracciati più “estremi” e più spettacolari avrebbero dato maggiore interesse ad un titolo che già così è ottimo; un editor di tracciati sarebbe sicuramente apprezzato.

Le moto d’acqua disponibili sono 6: Tigershark (verde e bianco), Hammerhead (rosso), Stingray (celeste), Fireball (bianco e giallo), Cuda (azzurro e giallo), Scorpion (giallo e nero). Ciascuna moto ha le sue peculiarità e i suoi punti di forza e di debolezza; le caratteristiche su cui basare la scelta della moto sono accelerazione, velocità massima e maneggevolezza. Per quanto i valori varino molto, le differenze in pista sono minime: se Tigershark presenta una velocità massima ridotta e una maneggevolezza elevata mentre Scorpion inverte le due caratteristiche, la differenza non è direttamente percepibile se non al livello più difficile. Tutte le moto dispongono di un “turbo” che può essere attivato mediante la pressione sul relativo indicatore di carica posizionato in alto a destra e che viene totalmente consumato una volta attivato.

Il controllo può avvenire o tramite il classico metodo dell’accelerometro, grazie al quale l’inclinazione del dispositivo da un lato porta la moto a curvare da quel lato, oppure tramite tocchi sullo schermo. L’accelerazione è automatica, ma è possibile controllarla manualmente con tocchi sull’angolo inferiore destro; stessa cosa si può dire del freno, azionabile con un tocco sull’angolo inferiore sinistro.

In presenza di rampe o di onde particolarmente alte è possibile lanciarsi in evoluzioni tracciando gesti con due dita sulla parte inferiore dello schermo: sono disponibili più di 8 differenti acrobazie, che se effettuate con successo danno un bonus di carica al turbo della moto. Ogni evoluzione garantisce metà della carica massima e, quindi, con due salti è possibile riempire completamente l’indicatore.

Se le acrobazie non vengono effettuate con la giusta tempistica o nel luogo corretto, il “centauro acquatico” varrà sbalzato di sella e sarete costretti a toccare lo schermo per farlo tornare sulla moto e ripartire, perdendo tempo prezioso. Le cadute sono spesso spettacolari e anche un po’ irrealistiche, visto che il personaggio viene sballottato in giro come fosse un manichino anche a velocità basse. Talvolta l’impressione è che se l’angolo non è più che perfetto e l’azione non rientra al millesimo di secondo nei tempi prestabiliti il gioco debba far cadere il personaggio; in alcune occasioni è evidente come questo sia un limite visto che l’acrobazia è compiuta al 99,9% e il personaggio è già tornato in posizione di sicurezza sulla moto ma viene sbalzato via come se avesse incontrato un muro di mattoni al posto che un po’ d’acqua.

In modalità facile è – per l’appunto – facile conquistare il primo posto e mantenerlo per tutta la durata della gara, dopo un po’ di pratica, rendendo uno schianto ininfluente ai fini del risultato finale. Altrettanto non si può dire per le modalità normale e difficile, dove mantenere il posto è più arduo e, soprattutto con i 1000cc, è facile ritrovarsi nelle ultime posizioni dopo il minimo errore. In questo senso è molto più divertente gareggiare con difficoltà più elevate, poiché la sfida è maggiore e la pressione esercitata dagli altri 5 concorrenti controllati dall’intelligenza artificiale può essere notevole.

La grafica è di primo livello e, come dai suoi stessi sviluppatori affermato, per la prima volta si posiziona ai livelli delle console. Tegra 3 dà il suo meglio proprio con applicazioni come questa, con un antialiasing intenso, effetti aggiuntivi e una migliore resa grafica. La grafica che riesce a sostenere è migliore di quella della PlayStation 2, che pure era il top all’epoca. Particolarmente efficaci sono gli effetti di velocità quando si inserisce il turbo.

Non possiamo che fare i complimenti a Vector Unit per l’ottimo risultato. L’unica pecca è la bassa quantità di circuiti e la mancanza di un editor, ma il resto non può che definirsi perfetto. Per questo motivo, attribuiamo a Riptide GP un voto di 10/10.