Il problema della frammentazione di Android è più che mai presente, anche se nelle ultime stime si è assistiti ad una predominanza della distribuzione Jelly Bean che si trova ormai su più del 60% dei dispositivi Android. Ma Jelly Bean non è appunto l’ultima versione del sistema operativo di Google, per cui a Mountain View avrebbero studiato un metodo per evitare che vengano lanciati sul mercato dispositivi con a bordo versioni non aggiornate di Android.

Questa particolare notizia giunge da Android Police, che ha sondato un po’ il terreno ed ha cercato conferme in merito prima di pubblicare l’articolo. Le conferme sarebbero giunte direttamente da alcuni membri del team Android che lavorano in Google, per cui sono da prendere come ufficiose anche se si attendono comunicazioni ufficiali che per ora non sono state pubblicate.

Come ben sappiamo, ad ogni release di Android avviene il rilascio anche di un nuovo livello di API, cioè degli strumenti che servono agli sviluppatori per poter lavorare con la nuova versione del sistema operativo. Qui in basso possiamo dare un’occhiata ad una tabella stilata da Android Police che mette in evidenza le finestre di approvazione GMS per i dispositivi che dovranno essere lanciati sul mercato. Se ad esempio prendiamo in esame la versione 4.2 Jelly Bean (API 17), la finestra di approvazione GMS apre il 13 Novembre 2012 e termina il 24 Aprile 2014, mentre la finestra relativa ad Android 4.3 (API 18) apre il 25 Luglio 2013 e termina il 31 Luglio 2014.

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Prendiamo in esame Android 4.1 Jelly Bean. Praticamente cosa accade: fino al giorno 31 Gennaio 2014, tutti i nuovi dispositivi che dovevano essere lanciati, potevano ricevere la certificazione con a bordo proprio Android 4.1 Jelly Bean; dal giorno 1 Febbraio 2014, invece, non potranno più essere certificati dispositivi con a bordo questa versione del sistema operativo, poichè ritenuta obsoleta. In sostanza, quindi, su questi dispositivi, Google non può garantire una buona fruizione dei suoi servizi (le Google Apps per intenderci).

Inoltre, a partire dal 1 Febbraio 2014, Google ha ristretto la finestra di approvazione di ogni release di Android a 9 mesi e, dato che Google rilascia in media due major update all’anno distanziati (in media) di 6 mesi l’uno dall’altro, le azienda avranno a disposizione in pratica solamente una finestra di 3 mesi per poter lanciare dispositivi con a bordo la penultima versione di Android. Questo significa che, qualora Google rilasci ad esempio la versione 4.5 di Android, le aziende avranno 3 mesi a partire da quella data per lanciare sul mercato dispositivi con a bordo Android 4.4. Inoltre, tutti i dispositivi che dovranno essere lanciati, non potranno avere a bordo Android inferiore di due versioni precedenti a quella corrente. Nel caso in cui un dispositivo, invece, venisse certificato con una versione di Android la cui finestra di approvazione termini il giorno dopo della certificazione, allora quel terminale potrebbe essere commercializzato in quanto la certificazione non è revocabile e, quindi, non può essere annullata.

Questo, naturalmente, non interessa anche gli aggiornamenti OTA dato che si parla solamente del lancio sul mercato dei nuovi dispositivi. Non sarà quindi un problema per grandi aziende come HTC, LG, Samsung, Asus, Sony ed altre riuscire a rientrare in questa finestra di approvazione, mentre, le aziende più piccole che attualmente lanciano ancora dispositivi con a bordo Android 4.0 rilasciato più di 2 anni fa, potrebbero avere qualche problema. In effetti, però, questa sembra una mossa studiata proprio per quelle aziende che lanciano dispositivi con a bordo versioni di Android obsolete, quindi per salvaguardare l’ecosistema, in quanto in questo modo si cerca di mettere i paletti a cui tutte le aziende dovranno fare riferimento per il futuro.

Attendiamo comunque conferme ufficiali in merito.

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