Google ha sempre molto a cuore la sicurezza dei propri utenti, ecco il motivo per cui ha pubblicato un documento in cui chiarisce il lavoro svolto dal team addetto alla sicurezza del sistema operativo dell’azienda californiana, Android, relativo al 2014.

Nel corso di quest’anno Google ha infatti scannerizzato numerosissimi dispositivi, rilevando ben 79 vulnerabilità, di cui al momento 73 sono già state inviate ai corrispettivi produttori per essere analizzate e risolte, mentre altre 6 sono in fase di elaborazione.

Di queste 79 falle, 41 richiedevano un’attenzione moderata, altre erano più pericolose ma nessuna ha acceso l’allarme rosso, almeno per quest’anno. In ogni caso, dal 2014 ad oggi, gli aggiornamenti di Android 4.4 Kitkat e 5.0 Lollipop hanno permesso un raggiungimento di più elevati standard di sicurezza, con un minor numero di bug sulla sicurezza del sistema – anche se in Lollipop non sono mancati bug di altro tipo – ed una migliore gestione delle chiavi di cifratura. Oltre a questo abbiamo visto numerose novità non direttamente collegate con la sicurezza, ma ad essa associate in ogni caso: la modalità ospite, che può evitare in certi casi che qualcun altro faccia danni, o ancora lo “sblocco con sorriso” o quello tramite un dispositivo bluetooth riconosciuto come, ad esempio, uno smartwatch.

Se poi consideriamo la recentissima soluzione anti-ladro trovata con Android 5.1 per alcuni dispositivi, tra cui il Nexus 6, che consiste nell’impossibilità di resettare il dispositivo senza conoscere la password dell’account di Google associato ad esso, non possiamo allora negare che i passi in avanti si stanno facendo.

Adesso tocca anche agli utenti prestare più attenzione in merito a ciò che scaricano, installano e visitano, anche se i dati perfino in questo ambito sono piuttosto promettenti. Secondo le stime di Google, infatti, meno di 1 app su 1 milione tra quelle installate sui dispositivi analizzati erano potenzialmente pericolose, e più del 99,5% degli utenti non ne ha mai installata una. La vita dei malware e dei virus si fa sempre quindi più difficile, e forse un giorno potremo ridurli davvero all’osso, riducendo sensibilmente i rischi di infezione o di attacco.

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