Ubsound (pronunciato come “you-be-sound”) è una giovane azienda italiana fondata nel 2011 che si è recentemente lanciata nel mercato delle cuffie auricolari per gli amanti della musica. Il prodotto di lancio si chiama Fighter ed è un auricolare in-ear di buona fattura in grado di dare soddisfazioni ma non esente da critiche.

Ubsound Fighter è una cuffia di buona qualità proposta ad un prezzo decisamente accessibile: parliamo di 69€, cifra non molto superiore a modelli concorrenti di qualità sufficiente e inferiore, invece, a modelli più blasonati che non offrono però miglioramenti così tangibili da giustificare la differenza di prezzo.

L’azienda ha voluto concentrarsi su due aspetti: il primo è la qualità del suono, il secondo è la qualità dei materiali e della costruzione. Il secondo aspetto è certamente quello meglio riuscito, mentre al primo – per quanto ci siano note molto più che positive – bisogna muovere qualche critica.

Ringraziamo Ubsound per averci fornito il campione oggetto della prova.

Estetica e funzionalità

L’aspetto di queste cuffie è molto moderno e aggressivo: il colore nero dà un tocco di eleganza, mentre il design è molto giovane e, con le sue linee pulite e nette, concorre a dare agli auricolari un aspetto premium. L’auricolare, ovvero il cilindro che contiene il magnete e la membrana, è realizzato in alluminio per consentire di mantenere il peso contenuto e, a detta del produttore, per una migliore resa acustica.

Decisamente apprezzabile il cavo piatto, che fa sì che non ci si trovi in mano un grumo incomprensibile e impossibile da dipanare quando si tirano fuori di tasca le cuffie. Lo stesso cavo è decisamente resistente e regge bene alle trazioni, quando non eccessive.

Un “plus” decisamente gradito e gradevole è l’inclusione nella confezione di un sacchettino in materiale sintetico dove riporre le cuffie quando non in uso. L’unico difetto evidenziabile è il fatto che raccoglie polvere molto facilmente, ma è un problema facilmente risolvibile con una delle apposite spazzole con i rotoli di carta appiccicosa.

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Comfort

Disclaimer: in questa sezione della recensione non posso, purtroppo, essere obiettivo e per questo sospendo il mio giudizio sul comfort. Non ho ancora trovato un paio di cuffie in-ear in grado di non darmi fastidio alle orecchie dopo più di un’ora – per non parlare del fatto che è impossibile utilizzare auricolari di questo tipo mentre ci si muove a causa dell'”effetto stetoscopio” causato dalla forma stessa degli auricolari: ogni volta che il cavo si muove e va a colpire qualcosa, restituisce un suono piuttosto forte che risulta estremamente fastidioso. Si tratta di difetti che per alcuni sono trascurabili e per altri no; io sono nella cerchia di persone che ritiene inaccettabile essere costantemente disturbati da continui colpi e così perdere una buona quantità di dettagli dei brani ascoltati a causa dei limiti intrinseci di questa tipologia di cuffia. In questo campo, però, è più che mai vero che de gustibus non disputandum est.

All’interno della confezione sono presenti tre diversi adattatori in gomma siliconica che possono essere cambiati a piacimento e in funzione della dimensione del proprio canale uditivo; le tre differenti taglie riescono a soddisfare le esigenze di chiunque. Come in tutte le cuffie in-ear, è necessario prestare attenzione ad infilare bene gli auricolari nel dotto per ottenere un buon isolamento e avere quindi il massimo dei dettagli e del volume sia sugli alti che sui bassi.

Il comfort è decisamente elevato e, una volta fatta l’abitudine a questo tipo di cuffia, è possibile indossare le Ubsound Fighter anche per diverse ore senza problemi. Fondamentale è, però, trovare la giusta posizione degli auricolari in maniera tale da ottenere un compromesso ottimale tra suono e comfort (dato che entrambi dipendono da quanto e come è infilato l’auricolare nell’orecchio).

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Resa acustica

Il giudizio sulla resa acustica delle Ubsound Fighter è difficile da formulare organicamente, poiché le cuffie non si comportano uniformemente con tutti i generi. Purtroppo le cuffie soffrono molto in situazioni in cui c’è complessità e sovrapposizione, con i medi che soffrono particolarmente e soprattutto a volumi non elevati. Soprattutto con generi come il metal e il rock un po’ più spinto la resa non è ottimale e il suono diventa abbastanza piatto; viceversa, con brani più tranquilli e (relativamente) semplici dal punto di vista della sovrapposizione delle singole parti, le cuffie restituiscono una musica di ottima qualità e ben equilibrata.

In generale, alzare il volume migliora la situazione e riequilibra il volume dei toni. Questo però appare come un difetto non trascurabile, perché il volume ideale varia da canzone a canzone e spesso è abbastanza alto. Questo causa chiari problemi, perché in ambienti silenziosi il volume alto diventa in breve tempo fastidioso.

Con un grande eufemismo si può affermare che siano stupefacenti i dettagli. Ubsound è riuscita a creare delle cuffie che fanno della resa ottimale dei dettagli il loro senso d’essere. In un brano come Under the Bridge dei Red Hot Chili Peppers è possibile sentire distintamente i piatti e le corde del basso che vibrano e sembra quasi di poter distinguere le singole voci del coro. Dettagli che moltissime cuffie non riescono assolutamente a restituire all’ascoltatore.

Questo porta a riuscire non solo a distinguere perfettamente le singole parti dei brani – i piatti, le corde delle chitarre, il dolce pizzicato del basso, la voce – ma anche a rendere in molti casi più chiara la comprensione delle parole delle canzoni, poiché la voce è ben isolata dal resto. A volte si scoprono cose che prima non si erano sentite con chiarezza – ad esempio i tamburi di sottofondo in Send me on my way dei Rusted Root.

Ho cercato di spaziare per vari generi, senza sconfinare però in generi di cui normalmente non mi occupo e che quindi conosco troppo poco per poter esprimere giudizi completi. Ecco quelli che ho provato:

  • Classica: sotto questo genere includo anche la musica orchestrale in genere e le colonne sonore dei film. Si nota una certa mancanza di toni medi e, ad esempio, i cori in Duel of Fates dalla colonna sonora di Star Wars: Episode I – The Phantom Menace risultano un po’ spenti e piatti; inoltre coprono parzialmente il resto dell’orchestra inficiando sulla resa complessiva.
  • Metal: in un genere come il metal, dove è tutto l’insieme degli strumenti a creare il soundscape (ovvero il panorama sonoro), è vitale che tutte le parti siano rese al meglio. Purtroppo le Fighter non riescono a rendere correttamente i toni medi e il risultato finale è che i brani sembrino poveri e smunti. Brani come Progeny dei Celtic Frost (normalmente estremamente potente e d’impatto), Sacred Worlds dei Blind Guardian, Freezing Moon dei Mayhem, Till Fjalls di Vintersorg e The Drapery Falls degli Opeth appaiono smorti, spenti. Si sente sin da subito che manca qualcosa. Brani come Scavenger of human sorrow dei Death, The Serpentine Offering dei Dimmu Borgir, My Sprit Will Go On dei Dragonforce, viceversa, sono decisamente apprezzabili e vengono resi più che bene.
  • Rock: anche nel rock si nota qualche mancanza. Smells like teen spirit dei Nirvana appare un po’ piatta, con i toni medi decisamente bassi e piatti. In my head dei Queens of the Stone Age viene invece riprodotto correttamente anche a volume basso, mentre Born to be wild degli Steppenwolf richiede un volume più elvato così come The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd e Black Dog dei Led Zeppelin.
  • Trip-hop: Strangers dei Portishead è resa ottimamente e si respira davvero l’atmosfera scura e fin quasi greve tipica del genere; la stessa cosa si può dire per Splitting the Atom dei Massive Attack. Il comportamento delle cuffie con questo genere è decisamente buono.
  • Folk/neo-folk: il folk viene reso davvero bene dalle Fighter. Naar Vinden Graater… di Vàli è un’esperienza ancor migliore del solito, mentre viene davvero resa giustizia all’album Kveldssanger degli Ulver. Lo stesso discorso è valido anche per Pagan Folk degli Omnia e per Eden dei Faun.
  • Ambient: il comportamento con la musica ambient (ho ascoltato prevalentemente space ambient) è discreto, ma in un brano come Arecibo dei Carbon Based Lifeforms la tendenza a coprire i medi fa sì che non si riescano a cogliere alcuni dettagli nell’introduzione. Pressoché tutti gli altri brani della discografia del duo svedese vengono invece riprodotti correttamente, mentre altri autori come Stellardrone non fanno segnalare particolari problemi.
  • Elettronica: la resa è buona, principalmente grazie ai bassi ben accentuati e al dettaglio molto fine, che permette di distinguere le singole parti dei brani senza problemi. Daft Punk e M83 (rispettivamente con le colonne sonore di Tron: Legacy e di Oblivion) sono correttamente riprodotti, anche se si evidenzia una tendenza a soffocare i medi anche in questo caso.

Molto più che notevole è l’effetto tridimensionale che si riesce a ottenere con queste cuffie. In più di un’occasione e con generi differenti mi è capitato di sentirmi immerso a fondo nella scena sonora e di poter dare una posizione spaziale precisa alle differenti parti del suono.

Difetti

Il difetto a mio parere più grande è il fatto che si tratti di cuffie in-ear. Non è chiaramente un difetto in sé: molti adorano questo genere di auricolare, ma io lo trovo insopportabile a causa dell’ “effetto stetoscopio” che fa sì che qualunque movimento del cavo diventi un rumore insopportabile nelle orecchie. Per chi cerca la qualità e i dettagli nell’ascolto anche in movimento si tratta chiaramente di un contro.

Il microfono integrato non è in grado di restituire un volume sufficientemente alto da poter conversare in luoghi rumorosi e/o evitando di parlare a voce molto alta. Gli interlocutori infatti sentono un volume molto basso e la comunicazione diventa molto difficile senza alzare di molto il volume della propria voce; di contro si sente perfettamente la voce del proprio interlocutore. Proprio perché bisogna alzare la voce è sconsigliato l’utilizzo di queste cuffie in luoghi pubblici, per evitare di disturbare le altre persone.

In conclusione

Le Ubsound Fighter sono cuffie di buona qualità che si propongono sul mercato ad un prezzo accessibile e aggressivo. Non hanno molto da invidiare a concorrenti di marche decisamente più note nel ramo consumer (es. Beats) che vengono, però, vendute a prezzi più elevati. L’elemento di differenza principale sta nella fedeltà del suono: mentre le Ubsound Fighter restituiscono un suono fedele, anche se con qualche incertezza, altri marchi non fanno altrettanto.

Il connubio tra buona qualità, prezzo accessibile e buona fattura rende le Ubsound Fighter un prodotto interessante per chi vuole qualcosa di più dalle proprie cuffie senza spendere un capitale.