Non è certo uno scenario idilliaco che si ha di fronte quando il flagship che dovrebbe farti guadagnare milioni di dollari presenta problemi inattesi e diventa fonte di pubblicità negativa prima ancora che tu conosca le cause del problema: è quanto è successo a Samsung con il Galaxy Note 7, ritirato dal mercato per malfunzionamenti della batteria.

I dispositivi, come è noto, prendevano spontaneamente fuoco: Samsung ha dovuto interrompere la produzione (anche se probabilmente ricomincerà presto a vendere i Galaxy Note 7 ricondizionati) e avviare un’immensa campagna di richiamo, con costi considerevoli persino per un colosso come l’azienda coreana.

Il brand ne è uscito danneggiato, sebbene Samsung abbia fatto tutto il possibile per salvare il salvabile. L’azienda, tuttavia, come spiega Marc Mathieu (responsabile marketing USA), ha colto l’occasione per rinnovare le proprie strategie di marketing, puntando maggiormente sulla fiducia per ricostruire un rapporto con il consumatore. “Andavamo incontro a pubblicità negativa ogni volta che un utente saliva su un aereo” – spiega Mathieu – “E’ stato un disastro che non auguriamo a nessuna azienda”.

Da quel momento Samsung ha deciso di umanizzare il proprio brand, concentrando le proprie campagne di comunicazione più sulla fiducia che sul prodotto in sè come oggetto tecnologico, come nel famoso spot pubblicitario con protagonista uno struzzo, che vi lasciamo al fondo dell’articolo: e a giudicare dalle vendite di Galaxy S8 e Galaxy S8+, ci sta riuscendo benissimo.