Prima di tutto, in gergo, il termina “brick” (letteralmente mattone) si usa in senso figurativo per indicare un dispositivo non più utilizzabile se non, appunto, come mattone. Quando sbagliamo nell’eseguire un’operazione di flash di un terminale. ad esempio, questo potrebbe diventare inutilizzabile ed allora lo si chiama come “brickato”; su Samsung Galaxy S5 esiste un’interruttore che lo può “brickare”.

Questo, ovviamente, sarà attivabile da remoto su Galaxy S5 in caso di furto; non solo è uno strumento utile per la protezione dei dati personali, ma rivela una grandissima beffa per il ladro (o chi indebitamente se ne è appropriato) non poterlo usare. Stando a quanto emerso in un report di ZDNet Corea, la stessa possibilità è presente anche su Galaxy Note 3. Il terminale, dopo la cancellazione dei dati, si spegnerà e non sarà più utilizzabile.

Purtroppo non sappiamo dirvi, in caso di ritrovamento, se è prevista la possibilità di “riportarlo in vita” o meno. Fortunatamente non solo i top di gamma Samsung avranno questa nuova caratteristica, ma anche altri produttori, come LG, implementeranno questo metodo per rendere inutilizzabile il terminale sottratto. Il “kill switch” potrebbe essere presente su tutti i prossimi top di gamma, che ne pensate?

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