Nuove richieste di brevetto di Samsung spuntano oggi con tanto di immagini: gli “argomenti” sono ancora una volta display pieghevoli e cornici il più ridotte possibile. Nel frattempo presso il Samsung Advanced Institute of Technology (SAIT) i ricercatori hanno trovato un modo per caricare completamente una batteria in soli 12 minuti grazie alle sfere di grafene.

Samsung sta lavorando da tempo su dispositivi con display pieghevole e finalmente il prossimo anno potrebbe essere quello buono per vedere qualcosa di più concreto. Nell’attesa, che sarà ancora piuttosto lunga, vi mostriamo alcune inedite immagini che ritraggono smartphone dotati di tale funzionalità.

Si tratta naturalmente di disegni, e i prodotti ritratti potrebbero anche non vedere mai realmente la luce, tuttavia costituiscono l’ennesima conferma dell’impegno proferito da Samsung in questo campo.

Restando in ambito brevetti, le immagini che seguono sembrano mostrare delle soluzioni per nuovi smartphone con cornici ridotte: possiamo notare alcuni tratti simili a quelli visti nei render del possibile Samsung Galaxy A5 (2018) e un device apparentemente privo di cornici e “notch”.

In realtà, i disegni potrebbero indicare nuovi posizionamenti per le antenne integrate nel frame; anche se non si tratta di novità in senso stretto, il produttore potrebbe essere alla ricerca dell’integrazione migliore, magari per evitare problemi avuti da altri con questo tipo di soluzione (leggasi iPhone 4).

Il principale tallone d’Achille degli smartphone è sempre stata la batteria, ma le nuove tecnologie potrebbero migliorare la situazione, soprattutto per quanto riguarda la velocità di ricarica. I ricercatori del SAIT sono stati in grado di ottenere ottimi risultati con i loro esperimenti sul grafene. Oltre a effettuare con successo una ricarica di una batteria in soli 12 minuti (circa 5 volte più rapidamente rispetto alla normale ricarica rapida), sono anche riusciti a mantenere una temperatura entro i 60 gradi centigradi (che rispetta gli standard per le auto elettriche).

La tecnica utilizzata ha consentito secondo Samsung di sintetizzare il grafene attraverso l’uso della silice (SiO2), che aiuta a proteggere e garantire conduttività alla batteria: i risultati sono tempi di ricarica ridotti e temperatura controllata. Se volete conoscere l’esperimento nei particolari e masticate un po’ di inglese potete seguire questo link.