Negli ultimi tempi Xiaomi è finita al centro di alcune polemiche riguardanti la gestione della privacy sui propri terminali. Le accuse rivolte al colosso cinese da parte dell’utente Kenny Li, e poi rimbalzate sui siti di mezzo mondo, riguardano il presunto upload di foto ed SMS su alcuni server cinesi da parte dello smartphone Redmi Note.

A quanto sembra, mentre il device è collegato in Wi-Fi verrebbe eseguito una sorta di backup automatico dei suddetti dati personali, nonostante le funzionalità di backup integrate nel device siano state disattivate. Oltre a ciò, la connessione ai server cinesi avverrebbe anche dopo aver eliminato tutti i software di Xiaomi tramite l’installazione di una ROM alternativa.

La risposta dell’azienda non si è fatta ovviamente attendere. Xiaomi ha dichiarato che i dati degli utenti non vengono in alcun modo violati e che l’unica connessione automatica verso i suddetti server avviene per comunicare le preferenze dell’utente (senza invio di dati personali) in modo da migliorare l’esperienza generale di utilizzo del device. Oltre a ciò, Xiaomi ha voluto precisare che tutte le funzionalità di backup e quelle relative al cloud sono disabilitate di default e devono essere appositamente attivate dall’utente.

Da una parte abbiamo dunque una serie di accuse piuttosto pesanti nei confronti del colosso cinese e dall’altra abbiamo una “versione ufficiale” che smentisce qualsiasi tipo di problema. Esprimere un giudizio in merito è attualmente impossibile, tuttavia sarà interessante scoprire ciò che verrà fuori nel corso delle prossime settimane. Noi seguiremo certamente i futuri risvolti di questa vicenda e vi informeremo tempestivamente.

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