Mentre alcuni produttori di smartphone continuano a ottenere foto strepitose con “semplici” sensori da 12 megapixel, Samsung è all’opera per superare l’occhio umano. Quest’ultimo, secondo quanto afferma un articolo pubblicato da Samsung, raggiungerebbe una risoluzione di 500 megapixel.

Yongin Park, responsabile del team di sviluppo dei sensori fotografici di Samsung, afferma che il colosso asiatico sta già pianificando lo sviluppo di un nuovo sensore più definito rispetto all’occhio umano, con una risoluzione che dovrebbe raggiungere i 600 megapixel.

Va detto che anche il mercato delle fotocamere DSLR è ancora lontano da simili cifre, visto che attualmente offre soluzioni prevalentemente basate su sensori da 40 megapixel, ma non è impensabile una rapida evoluzione in questo senso. D’altro canto Samsung sta già lavorando a un sensore da 150 megapixel per smartphone, come vi abbiamo riportato alcune settimane fa.

La parte complicata del lavoro di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda i sensori fotografici per smartphone, è ottenere un corretto bilanciamento fra la risoluzione e la dimensione dei pixel. Tanto più questi ultimi sono piccoli, tanto più si riduce la qualità delle immagini.

Per questo i produttori ricorrono a tecnologie come il pixel binning, che uniscono gruppi di pixel adiacenti per aumentare la definizione soprattutto quando la luce inizia a scarseggiare. Attualmente vengono utilizzate matrici di 2×2 o 3×3 pixel, ma è probabile che con un sensore da 600 megapixel le cose cambino drasticamente, aumentando le dimensioni dei gruppi di pixel.

Il campo di impiego dei nuovi sensori potrebbe non essere quello degli smartphone, anche se tale ipotesi non è da escludere completamente. Park ricorda che la compagnia asiatica sta lavorando anche a soluzioni in grado di catturare immagini al di fuori del campo visibile dall’occhio umano, che lavora nelle lunghezze d’onda comprese tra 450 e 750 nanometri, andando a spaziare nel campo dei raggi infrarossi e ultravioletti.

I nuovi sensori potrebbero dunque trovare applicazione nelle auto a guida autonoma, che indubbiamente beneficerebbero di una maggiore definizione in uno spettro più ampio, ma anche nei droni e nei dispositivi IoT che ben presto saranno onnipresenti.

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