Netflix, la celebre piattaforma per lo streaming on-demand di film e serie TV, è arrivata in Italia nel 2015 ottenendo un grandioso successo: gli abbonati, nel 2018, erano diventati ben 8 milioni e il numero sembrerebbe essere pronto a crescere. Il servizio, dopo un primo mese gratuito, prevede la sottoscrizione di un abbonamento mensile. Le varianti disponibili sono:

  • Base: uno schermo a soli 7,99 euro al mese;
  • Standard: 10,99 euro mensili è il prezzo da pagare per poter guardare i contenuti in HD contemporaneamente in due schermi;
  • Premium: l’ultima proposta, invece, prevede un canone mensile da 13,99 euro al mese e offre la possibilità di gustare i contenuti in Ultra HD contemporaneamente in un massimo di quattro schermi.

I costi, come sapranno molti utenti, hanno già ottenuti degli incrementi. Secondo alcune indiscrezioni, la società starebbe testando ulteriori aumenti per i nuovi abbonati: sono molti, infatti, i consumatori che durante la sottoscrizione si sono trovati davanti a nuovi prezzi. La versione Base a 8,99 euro, Standard a 12,99 euro e Premium a 15,99 euro o 17,99 euro sono i valori che molti spettatori hanno visto nella pagina di sottoscrizione di un nuovo abbonamento. Successivamente, però, i prezzi sono ritornati a essere quelli “ufficiali”. Cosa sta accadendo? Netflix starebbe testando questi nuovi prezzi, forse successivamente alle consistenti spese per la produzione di contenuti originali. I possibili nuovi prezzi, inoltre, appaiono senza nessun ordine, come è possibile vedere nelle immagini pubblicate da Tom’s Hardware Italia.

Questa tipologia di test, però, fa diminuire la fiducia che i clienti ripongono in Netflix. Essi, infatti, potrebbero intravedere l’assenza della trasparenza tariffaria.

Non si esclude che gli aumenti, che eventualmente interesseranno solo i nuovi clienti, potrebbero concretizzarsi durante i prossimi mesi, in molti paesi in cui il servizio è disponibile. Bisogna comunque sottolineare che non vi è ancora nessun annuncio ufficiale da parte dell’azienda.

E voi cosa ne pensate: questi possibili aumenti potrebbero essere giustificati dai prodotti disponibili nella piattaforma?