Siamo abituati a riportare notizie di cause legali tra produttori di smartphone ma sembra che anche in altri settori del mercato ci sia più di una occasione di lavoro per gli avvocati. Oggi vi parliamo della causa tra due dei maggiori produttori di dispositivi indossabili: Jawbone e Fitbit.

Le due società californiane, entrambe con sede a San Francisco, sono da tempo ai ferri corti a causa del comportamento a dir poco scorretto di Fitbit. Secondo Jawbone infatti sarebbe in corso una caccia ai suoi migliori talenti che, in alcuni casi, avrebbero accettato la corte di Fibit portando con loto progetti e documenti riservati.

Dopo una prima azione legale volta a scoraggiare questo comportamento Jawbone è tornata alla carica citando in giudizio Fitbit per infrazione di brevetti arrivando a chiedere la sospensione della commercializzazione dei prodotti rivali sul territorio statunitense.

L’oggetto della causa sarebbe un brevetto che riguarda “un’applicazione per la salute che acquisisce dati da un bracciale in grado di registrare dati”. Si tratta di un’operazione che ogni fitness band compie, quindi l’appiglio sembra molto labile.

Fitbit si difende affermando di non aver bisogno di progetti e documenti degli avversari ed intende far valere i propri diritti nelle aule di tribunale, Jawbone arriva alla causa dopo un anno burrascoso, caratterizzato da un lungo rinvio della commercializzazione di Up 3, maltrattato dai recensori. Ora dovrebbe arrivare Up 4, sostanzialmente Uo 3 con il supporto al pagamento NFC con mericn Express.

Riceviamo e pubblichiamo di seguito la posizione ufficiale di FitBit:

Come pioniere e leader nel mercato della Connected Health e Fitness, Fitbit ha sviluppato in modo indipendente e commercializzato un’offerta innovativa di prodotti per aiutare i propri clienti a condurre una vita più attiva e più sana. Fin dalla fondazione, Fitbit ha dato vita a più di 200 tra brevetti e richieste di brevetti. Fitbit intende difendersi con vigore contro tutte le affermazioni contenute nella denuncia presentata alla International Trade Commision

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