I selfie stick sono l’esempio di un comportamento a dir poco strano: tutti li criticano, ma se ne vedono sempre di più in giro; se non sapete di cosa stiamo parlando, come se la moda dei selfie non fosse già abbastanza – perché farsi un autoscatto non è allo stesso livello – i selfie stick non sono altro che bastoni telescopici su cui possiamo alloggiare lo smartphone, in modo da non dover allungare il braccio a dismisura per farci una foto.

Dopo essere stati vietati negli stadi della Premier League, anche vari musei in giro per il mondo stanno cominciando a ribellarsi contro l’ultimo accessorio di tendenza; la ragione ufficiale sarebbe quella di prevenire danni accidentali ad opere d’arte o – nel caso di luoghi affollati – anche agli altri visitatori: non si sa mai che un turista sbadato impegnato ad inquadrarsi davanti al suo quadro preferito, girandosi non vada a sbattere con bastone e smartphone addosso ad un’altra opera.

I luoghi in cui il divieto è stato formalizzato sono molti, passando dal palazzo di Versailles al Louvre, dove i selfie stick vanno consegnati alle guardie all’ingresso (le foto sono ancora permesse, senza però l’utilizzo della protesi metallica); anche oltreoceano i selfie stick non sono visti di buon occhio: MOMA e Met di New York, la National Gallery di Washington, il Getty Center di Los Angeles e il Museum of Contemporary Art di Chicago hanno allo stesso modo vietato il loro utilizzo.

Siete d’accordo con la motivazione ufficiale o secondo voi ci sono anche altri motivi? A noi ne viene in mente almeno uno, che poco centra con la prevenzione dei danni.

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