Un’interessante ricerca condotta da Flurry, di cui sono stati recentemente pubblicati i risultati, ci svela alcune sorprendenti abitudini delle persone che quotidianamente utilizzano gli smartphone.

Innanzitutto, segnaliamo che l’utilizzo medio delle applicazioni è cresciuto, nel 2015, del 58% rispetto all’anno precedente. Tutte le categorie di applicazioni hanno beneficiato di un aumento, in particolare sono i software di personalizzazione (come le tastiere emoji e le app per modificare le lockscreen) che, con un tasso di crescita del 332%, trainano tutte le altre. Secondo posto per gli aggregatori di notizie, che sono stati utilizzati il 152% in più rispetto all’anno precedente. Terzo gradino del podio che va agli applicativi per la produttività (125%).

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Interessante anche l’analisi sulle dimensioni dei terminali dai quali gli utenti preferiscono consultare le suddette applicazioni, infatti sembra proprio che i phablet faranno la parte del leone: il tasso di crescita del tempo speso per utilizzare il proprio device è aumentato del 334% su questi ultimi, mentre i telefoni di medie dimensioni hanno subito un aumento del solo 80% (così come i tablet di piccole dimensioni, i 7 pollici per intenderci).

Inoltre se analizziamo il tasso di crescita delle applicazioni sui soli phablet, notiamo che i valori sono molto più alti di quelli riscontrati sui devices di medie dimensioni (in genere di cinque volte maggiori). Questo dato è in linea con quanto prevede Flurry, ovvero che nel 2016 gli smartphone di piccole dimensioni spariranno dal mercato, stessa sorte a cui sono destinati i tablet. Si arriverà così ad avere i soli phablet e smartphone “medi” a farsi concorrenza, con una netta prevalenza dei primi (60%vs30%).

Cosa ne pensate? Siete favorevoli all’utilizzo di un phablet come unico dispositivo o preferite ancora la combinazione smartphone+tablet? Commentate!

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