Gli attuali sistemi operativi mobile offrono la possibilità di salvare in locale alcune informazioni relative alla propria salute. In questo modo è possibile dichiarare il proprio gruppo sanguigno, eventuali farmaci in uso, allergie, contatti di emergenza e molto altro.

Queste informazioni sono estremamente utili, soprattutto in casi di estrema necessità e in cui è necessario affidarsi alle cure di un ospedale. Ma perché limitarsi ad immagazzinare queste poche informazioni quando si potrebbe addirittura conservare il proprio DNA?

In futuro potremmo salvare il nostro DNA all’interno di un comune smartphone

È questa la volontà di Leonardo Chiariglione, uno dei fondatori del gruppo MPEG – noto per aver creato lo standard attualmente utilizzato per l’utilizzo di file audio e video -, che ha parlato di questa soluzione durante un incontro nella sede della Regione Piemonte a Bruxelles.

Il vantaggio di possedere il proprio DNA sullo smartphone è quella di garantire pieno accesso al proprio dottore in caso di necessità, al fine di sviluppare un ciclo di cure altamente personalizzate. L’idea proviene da un’azienda svizzera, la GenomSys, che starebbe cercando di utilizzare lo standard ISO MPEG-G proprio per creare un software pensato per l’analisi del DNA.

È ancora presto per parlare effettivamente di una ricaduta nel breve periodo. Sono infatti numerose le sfide che bisogna vincere prima di riuscire ad immagazzinare il proprio DNA sullo smartphone, se non altro per quanto riguarda la sicurezza e tutela di queste informazioni estremamente personali.