In un momento storico in cui gli smartphone sono entrati prepotentemente nel nostro quotidiano, il problema dello smaltimento dei dispositivi “invecchiati”, quelli che non hanno mercato e dunque sono da gettar via, è più che mai attuale.

A prendere coraggiosamente in mano la patata bollente sono stati gli organizzatori dei prossimi Giochi Olimpici, che si terranno nel 2020 a Tokyo, i quali da un problema hanno cavato una risorsa. Le tavolette interattive a cui siamo tanto affezionati sono infatti ricche di metalli preziosi, e seppur ognuna di esse ne contenga una quantità esigua, è tutt’altro che trascurabile il numero di smartphone oramai inservibili.

Da qui è nata l’idea di recuperare i metalli preziosi contenuti nei gadget elettronici per fonderli e realizzare il monte-premi delle Olimpiadi 2020. L’ambizioso obiettivo è stato praticamente raggiunto: i 2.700 kg di bronzo necessari sono già stati racimolati nel giugno scorso, per l’oro siamo già al 94% dei 30,3 kg mentre dei 4.100 kg di argento necessari ne è stato raccolto l’85%.

Per provare a rendere totalmente sostenibili tutti i premi che verranno assegnati agli atleti comunque c’è ancora tempo dal momento che il programma di raccolta dei vecchi dispositivi indetto per l’occasione si chiuderà a fine marzo. Solo in un secondo momento sarà svelato il design delle medaglie che verranno assegnate durante i Giochi.