Sta facendo parlare di sé non solo negli Stati Uniti dove la start up Clearview AI è stata fondata ed opera, ma un po’ in ogni parte del mondo. Il motivo è l’app partorita dalla start up a stelle e strisce in grado, parole del New York Times, di “mettere fine alla privacy così come la conosciamo”. 

Ecco spiegata la ragione per cui la notizia ha avuto risonanza mondiale, e scusate se è poco. A partire da una foto di una persona l’app consente di arrivare a tutte le informazioni ad essa collegate desumibili dallo spaventoso archivio di internet, foto (pubbliche) incluse corredate di link della piazza virtuale che le ospita.

Dunque potenzialmente l’app è in grado di identificare qualsiasi persona sia mai apparsa su internet, costituendo così uno strumento dalla straordinaria efficacia che “va la di là di quanto mai creato dal governo americano o dai giganti della Silicon Valley”, riferisce sempre il New York Times. Un grosso aiuto per la polizia americana, l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale che la utilizzano già, un grosso pericolo nel caso in cui finisse nelle mani sbagliate.

A tal proposito l’Unione Europea sta valutando la possibilità di vietare il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici fino a cinque anni, in attesa di arrivare a delle regole precise per tutelare la privacy. Nel frattempo però il prodotto di Clearview AI è già operativo.