Come anticipato questa mattina, Canonical ha finalmente annunciato in via ufficiale Ubuntu per gli smartphone. La presentazione ufficiale sarà tenuta al Consumer Electronics Show di Las Vegas, che si terrà dal 7 all’11 Gennaio. Quest’annuncio era nell’aria da tempo, ma solo oggi abbiamo una chiara e netta visione di ciò che Canonical ha preparato. Il risultato del lavoro della compagnia di Shuttleworth è a dir poco strabiliante.

È proprio Shuttleworth, attraverso un keynote virtuale, a presentare il sistema operativo ed a proporlo come il primo in grado di unificare davvero tutti i formati, dallo smartphone alla TV con tutto ciò che c’è in mezzo. Già Microsoft con Windows 8 ha provato a compiere quest’impresa, pur con le dovute differenze. Ubuntu per smartphone si presenta come un sistema che pone le sue fondamenta sulle gesture. Tutto infatti è controllato e portato avanti tramite gesture sui vari lati dello schermo: il lato sinistro permette di accedere alle applicazioni più frequenti con la classica barra di Unity; il lato destro permette di passare all’applicazione precedente; il lato inferiore mostra il menù ed il lato superiore mostra le notifiche, le impostazioni e quant’altro.

Contrariamente agli altri sistemi operativi non c’è una vera e propria schermata di blocco: Shuttleworth la chiama “welcome screen” e mostra che essa contiene tutte le informazioni necessarie all’uso del telefono e che lo fanno sentire nostro (chiamate perse, minuti di chiamate effettuati, mail arrivate, tweet non letti e così via); inoltre è possibile accedere alle applicazioni direttamente dalla lockscreen semplicemente passando il dito dal lato sinistro a quello destro.

È possibile arrivare anche ad una home, che altro non è che una collezione di informazioni e di contenuti. Niente schermate piene di icone, nè widget veri e propri: la home di Ubuntu sembra più quella di Chameleon Launcher che quella classica di Android.

La barra delle notifiche, in alto, consente di accedere rapidamente alla ricerca – che consente di cercare contenuti ed informazioni sia online che offline – e ospita le classiche icone di stato: contrariamente agli altri sistemi operativi, però, è possibile toccare ogni icona e trascinare verso il basso per accedere al relativo hub (messaggi, impostazioni e così via). Come detto da Shuttleworth: “in Ubuntu, se lo vedi significa che puoi usarlo”.

Ubuntu supporta sia le applicazioni web, scritte in HTML5, sia le applicazioni native, scritte in C++. Le web app saranno perfettamente funzionanti e avranno prestazioni simili a quelle native, ma saranno più ristrette e avranno accesso a meno possibilità d’interazione con il sistema.

I driver saranno gli stessi utilizzati per Android: ciò significa che Ubuntu potrà funzionare su qualunque smartphone che attualmente supporta il robottino verde. Nelle parole di Canonical: “se produci già dispositivi con Android, il lavoro necessario ad adattare Ubuntu sarà triviale”. Secondo Canonical i produttori e gli operatori avranno ampie possibilità di personalizzazione del sistema; non è ben chiaro se con ciò si sottintenda una natura open source del sistema operativo oppure se questo sarà chiuso con accesso allo stesso esclusivamente da parte degli OEM e degli operatori.

I telefoni di fascia più bassa saranno con processore Cortex-A9 da 1GHz, 512MB di RAM e 4GB di spazio di archiviazione; i telefoni di fascia alta avranno un processore quad-core o Intel Atom, 1GB di RAM o più e 32GB di memoria interna. Inoltre, questi ultimi avranno anche la possibilità di essere utilizzati come dei veri e propri PC – anche se mancano dettagli specifici su questa opzione.

Vi invitiamo ad esplorare la sezione dedicata su Ubuntu.com per vedere coi vostri occhi le GIF animate create da Canonical che spiegano meglio delle parole il funzionamento. Qui sotto, invece, trovate il video di presentazione con Mark Shuttleworth.