Non stiamo parlando di fantascienza, l’impianto di chip NFC è una cosa reale. Ne è la prova Robert Nelson, un appassionato di tecnologia. A dispetto della fobia per la privacy e la rintracciabilità che assilla la maggioranza della popolazione, Robert ha pensato bene di farsi impiantare un piccolo chip NFC nella mano sinistra.

L’acquisto del chip è stato molto semplice: esiste una società, Dangerous Things, che produce un apposito kit costituito da una siringa sterile contenente un chip NTAG216 RFID funzionante a 13.56MHz. Le dimensioni estremamente ridotte, parliamo di un cilindro di 12mm di altezza e 2mm di diametro, hanno reso possibile l’impianto nella mano sinistra di Robert, grazie all’aiuto di uno studio di tatuaggi.

L’operazione non è infatti considerata “fai da te” dal produttore, che consiglia di rivolgersi a personale competente per l’inserimento del chip. Va ricordato che la società Dangerous Things non ha ricevuto alcuna certificazione dalla FDA per i suoi prodotti, quindi non ci sono certezze sui problemi che potrebbero insorgere.

NFC A

Se la ricerca del posto ideale dove impiantare il chip non è stata semplice, Robert Nelson garantisce di non aver avuto problemi di sorta, né infezioni né altri fastidi. Ora vi starete chiedendo quale utilità possa avere un chip NFC impiantato nella mano sinistra. Robert afferma di utilizzarlo attualmente per sbloccare lo smartphone, ma sta studiando altre possibilità, come lo sblocco dell’auto o l’apertura delle porte di casa.

Lasciando da parte per un attimo il signor Nelson, questo “esperimento” può aprire la strada a molte nuove interazioni: sistemi biometrici per pagamenti digitali, sensori per la raccolta di dati sulla salute, sistemi di sicurezza per il blocco e sblocco per applicazioni. Bisogna anche considerare il rovescio della medaglia, ovvero la possibilità di “bio-hacking” che potrebbe aprire nuove frontiere ai pirati informatici.

Dangerous Things a questo riguardo ha preparato un’app sul Play Store che permette di controllare lo stato del chip, di proteggerlo con una password a 32bit. Ha inoltre impedito al proprio chip di finire in modalità “forever locked”, richiedendo quindi sempre le credenziali di accesso per funzionare.

NFC B

Per concludere, i tempi non sono ancora maturi per questo tipo di tecnologia, lo stesso Robert Nelson sconsiglia a chiunque di emularlo per cui pensateci bene prima di correre dal vostro tatuatore a farvi impiantare un chip NFC.