Anche gli eterni rivali a volte riescono a fare causa comune, quando si tratta di combattere il medesimo nemico. È il caso di Apple e Google che, insieme ad altri 140 tra compagnie tecnologiche, gruppi della società civile e tecnici di primo piano, hanno firmato una lettera destinata al Presidente Obama che dovrebbe essere recapitata oggi.

Secondo i firmatari della petizione il Presidente degli Stati Uniti dovrebbe “sostenere e non compromettere gli sforzi sostenuti per creare uno standard nella crittografia e non indebolire o rendere vulnerabile un software commerciale“. Apple ad esempio usa una crittografia end-to-end nella propria app di messaggistica iMessages e, come ricorda Tim Cook, non ha la chiave per decrittare i messaggi, nemmeno in seguito ad una ingiunzione legale.

Da tempo l’FBI e le maggiori agenzie di sicurezza spingono affinché le società tecnologiche inseriscano delle backdoor nei loro sistemi di crittografia, arrivando in alcuni casi ad affermare che potrebbero essere ritenute responsabili della morte di un bambino. La stessa accusa è stata lanciata dal procuratore generale degli Stati Uniti d’America che ha  ripetutamente tirato in ballo la sicurezza dei bambini come giustificazione per ottenere l’accesso ai dati crittografati.

Lo stesso Obama aveva creato nel 2013 un gruppo presidenziale con lo scopo di valutare le politiche tecnologiche dopo il cancan mediatico sollevato dalla fuga di notizie provocata da Edward Snowden. Va sicuramente fatto notare che oltre alla privacy dei singoli cittadini una qualsiasi backdoor potrebbe essere utilizzata da terrosisti e governi stranieri con scopi non certamente pacifici.

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