Questa è l’ultima, breve puntata di questa rubrica. E’ arrivato il momento di tirare le somme di Alla scoperta di Chrome OS.

Nelle ultime puntate ho voluto dipingere il quadro di un utente che, come me, non usa soltanto servizi di Google ma anche altro e ha necessità di mantenere un certo flusso di lavoro, per più di un motivo.

Il mio intento non era di criticare Chrome OS in sé, che reputo un ottimo sistema operativo, ma di puntare i riflettori sul fatto che Chrome OS non è pronto a sostituire in toto i sistemi operativi che finora abbiamo visto (Windows, OSX e Linux per citare i più famosi) sia a causa del fatto che è necessario utilizzare i servizi di Google per poter davvero sfruttare senza difficoltà il sistema e sia per via della disponibilità limitata di applicazioni fruibili anche offline. In futuro le cose potrebbero cambiare e Chrome OS potrebbe dare più spazio anche a servizi non di Google, con la possibilità – per esempio – di collegare anche un account Dropbox direttamente all’interno del sistema, da usare accanto all’acount Drive.

Oggi come oggi, però, Chrome OS è un sistema piuttosto limitato e adatto solo a specifiche esigenze, che non può (e, a mio parere, non è nemmeno pensato per) sostituire un PC o un Mac. Esistono modi per installare Linux accanto a Chrome OS o all’interno di Chrome OS, ma questo significa ammettere che Chrome OS è limitato e serve Linux per sopperire alle sue mancanze – e dire “la Panda è ottima per andare veloci, basta che prendi una Ferrari” non ha molto senso, comunque – oltre al fatto che i metodi sono al di fuori della portata degli utenti comuni.

Chrome OS è ottimo, ma bisogna per forza di cose usare i servizi di Google per avere un sistema efficiente ed effettivamente integrato e utilizzabile al pieno delle sue potenzialità. Se questa sia una cosa positiva o negativa è una considerazione che lascio al singolo, perché ciascuno ha le sue preferenze e le sue esigenze; nondimeno, però, credo sia necessario ribadire questo concetto, visto che troppo spesso viene sorvolato o non gli viene attribuito quello che credo sia il giusto peso.

Comprerei un Chromebook? A conti fatti direi di sì. La velocità, la facilità d’uso, la quantità e la qualità di applicazioni disponibili (anche se per la maggior parte parliamo di collegamenti a siti web e non di vere e proprie applicazioni utilizzabili offline!) sono tali da permettere di avere un’esperienza assolutamente godibile della Rete.

Nel corso dei prossimi giorni pubblicherò alcuni articoli relativi al mondo Chrome OS e, soprattutto, alcune guide utili – come, ad esempio, una guida su come installare Linux!

Se avete domande da fare relativamente a Chrome OS o al Chromebook che sto provando, l’Acer C730, potete scriverle nei commenti e cercherò di rispondervi nella recensione che pubblicherò nei prossimi giorni.