E’ ormai il terzo giorno che uso il Chromebook Acer C730, dopo una breve pausa per passare del tempo in famiglia. Oggi, tuttavia, non voglio parlare tanto di Chrome OS in sé, ma più dei Chromebook come dispositivi.

I Chromebook sono gli eredi perfetti dei netbook (e, in effetti, sono più “net” dei vecchi netbook…) e sono quindi limitati sia nelle caratteristiche che nelle funzionalità. Tuttavia sono anche piccoli, leggeri e facili da trasportare nelle versioni da 11 e 13 pollici. Proprio queste caratteristiche li rendono a mio parere ottimi come computer da usare quando si vogliono fare poche cose, ma farle bene e senza distrazioni.

Intendiamoci: ce n’è effettivamente bisogno se si ha già un computer funzionante e soddisfacente? Ovviamente no, a meno che non abbiate bisogni specifici. Ciò non toglie che un Chromebook è un validissimo sostituto dei tablet per un uso “da divano” e, anzi, ha caratteristiche di produttività che i tablet non hanno grazie alla tastiera e al sistema operativo relativamente più orientato alla produttività (a questo punto la domanda che sorge è: che differenza c’è con i tablet Windows? Ne parlerò in una puntata apposita i prossimi giorni!).

Nel frattempo torno al discorso iniziale. Il motivo per cui mi piace molto questo Chromebook è che ho finalmente a disposizione (seppur per un tempo limitato…) un dispositivo che non è troppo limitato e, al tempo stesso, mi permette di fare tutto quello di cui ho bisogno in maniera semplice, veloce e immediata. Non so se il problema è solo mio oppure se sia diffuso tra gli utilizzatori di computer, ma mi capita troppo spesso di avere a disposizione un computer che può fare di tutto e di più e che, in fin dei conti, mi porta a distrarmi – vuoi perché qualcuno mi contatta su Skype o Hangouts, vuoi perché ci sono aggiornamenti da fare e programmi da provare, vuoi perché mi perdo a mettere in ordine documenti, cartelle e fotografie.

Il risultato è, comunque, che finisco per fare molto meno di quello che dovrei e vorrei. Poter avere a disposizione un dispositivo con un sistema operativo che mi permette di concentrarmi al massimo su quello che devo fare e che mi permette di cambiare stanza facilmente (sì, sono ancora legato ai “vecchi” desktop con la torre, da buon videogiocatore!) è un vantaggio non da poco. Se avete necessità di scrivere, di gestire email, di fare ricerche in Internet e di portare a termine altri compiti basilari in un ambiente software stabile, veloce e senza distrazioni, allora ChromeOS ed i Chromebook fanno per voi.

Dato che ho in prova questo Chromebook di Acer, passo a parlare un po’ più nello specifico di questo, visto che non posso dare un giudizio generale su tutta la categoria (anche se ritengo che questo dispositivo ne sia altamente rappresentativo). Vista la tendenza a pensare che noi blogger siamo venduti e che ci facciamo pagare per fare pubblicità, ci tengo a dire che i ragazzi di Acer Italia non mi hanno pagato per scrivere le righe seguenti e non mi regaleranno neppure il Chromebook che sto usando (sigh…), dunque quello che leggete è esattamente quello che penso. Chiarito questo, sto provando l’Acer Chromebook C730 e devo dire che è esattamente come i netbook avrebbero sempre dovuto essere. Lo schermo da 11 pollici non è né troppo grande né troppo piccolo; i tasti della tastiera sono molto bassi, ma molto comodi e veloci dopo un breve periodo per abituarcisi; il touchpad è molto ampio, comodo e reattivo; lo schermo è luminoso il giusto e con una buona riproduzione dei colori; la costruzione è molto solida e i materiali, seppure non pregiati, risultano comunque molto più che adatti all’uso che bisogna farne e lo rendono un po’ una macchina da battaglia (nel senso che sembra poter resistere a tutto!); la durata della batteria è eccezionale. L’unica mancanza che ha è una porta Ethernet, ma in fin dei conti è un difetto da poco che credo si possa colmare con un adattatore USB.

La presenza di uno slot SD e di due porte USB (di cui una USB 3.0) fa sì che trasferire file da e verso il Chromebook sia molto semplice. Non ci sono problemi a collegare dispositivi USB di vario genere, visto che il kernel Linux ha ormai raggiunto una buona compatibilità con i vari dispositivi collegabili tramite USB.

Con una buona espandibilità e la possibilità, per i più “avventurosi”, di installare anche Ubuntu, non c’è dubbio che si tratti di un ottimo dispositivo per chi ha bisogno di un computer piccolo e con una grande autonomia. A circa 200€ non è affatto male!

Finora ho usato il Chromebook solo in casa e quasi esclusivamente come dispositivo “di appoggio”. Credo che sia esattamente questa la destinazione d’uso dei Chromebook in questo momento: computer secondari con cui fare poche cose (ma farle bene), mentre i compiti più gravosi o particolari vengono comunque effettuati dal computer principale. Non ho ancora avuto modo (complici le feste…) di provare come sarebbe usare il Chromebook anche al di fuori delle mura domestiche, ma credo che le uniche mancanze che sentirei sarebbero quelle di un software di modifica delle foto decente e della possibilità di fare montaggio di video.

Il mio verdetto, quindi, è decisamente positivo. Nei prossimi giorni proverò a smanettare un po’ di più, installando la versione “dev” di Chrome OS e cercando di approfondire alcuni aspetti più nascosti e avanzati del sistema.

Un’ultima cosa: a chi chiedeva se si potesse installare ChromeOS su PC rispondo che no, non si può. Tuttavia si può installare Chromium OS, che è la versione open source del sistema operativo che non include il supporto a Flash e gli aggiornamenti automatici (più altre cose di media o piccola rilevanza). Una delle prossime puntate sarà proprio su questo tema!