E’ il primo giorno che uso un dispositivo ChromeOS. Ho deciso di tenere questa sorta di mini-diario per poter annotare tutte le scoperte che faccio e per vedere come cambia la mia opinione a riguardo nel tempo. Non so per quanto terrò questo Chromebook dal quale sto scrivendo, ma spero di riuscire a scrivere abbastanza.

Questa mattina è arrivato un corriere con un pacchetto: era l’Acer Chromebook 11, più precisamente il C730-C2YS. E’ l’ultimo modello prodotto da Acer, con processore Intel Atom Bay Trail e schermo da 11.6 pollici. E’ piccolo, leggero e compatto; la plastica con cui è costruito si rivela solida e senza scricchiolii.

Il primo problema che ho notato è nella tastiera: è molto bassa e i tasti hanno pochissima cors,a contrariamente a quanto sono abituato; per di più, la disposizione dei tasti dettata da Chrome OS mi mette un po’ in difficoltà perché totalmente differente rispetto a quella che sono abituato ad usare. Il fatto che la tastiera abbia layout americano non è un problema, ma il fatto che non ci sia il caps lock mi mette in difficoltà, così come l’impossibilità di scrivere in maniera facile e chiara le lettere accentate maiuscole. Su Linux basta premere caps lock e poi la lettera accentata desiderata (un po’ come accade anche in Android, in effetti!), ma su Chrome OS non sembra esserci un modo semplice per ottenere lo stesso risultato. Ho scoperto che i tasti “end” e “home” si riproducono premendo ctrl+alt e “freccia giù” o “freccia su”, rispettivamente. Un po’ scomodo, in effetti, soprattutto perché le frecce su e giù sono molto piccole e perché io uso in continuazione i due tasti. Il tasto “canc” si emula premendo alt+backspace. Nonostante tutto, comunque, riesco ad essere veloce nella scrittura.

Lo schermo ha una luminosità buona in entrambi i sensi: la luminosità massima è molto elevata e quella minima è abbastanza bassa; un dettaglio non da poco visto che usare un dispositivo con una alta luminosità minima in condizioni di scarsa luminosità ambientale crea parecchi fastidi agli occhi.

ChromeOS è strano. Non è simile a nessun altro sistema operativo che io abbia provato finora – e vi posso assicurare che ne ho provati tanti, compresi alcuni veramente di nicchia (mai sentito parlare di Syllable o di Haiku?). Nella sua stranezza, però, è estremamente semplice: tutto è un applicativo via web, tutto (o quasi) è una scheda di Chrome. Questo può mandare in confusione all’inizio: perché non posso avere un’applicazione differente per ciascuna cosa? Perché YouTube, Documenti e Gmail devono essere solo delle schede, e non applicazioni complete? Questa è, in effetti, una buona domanda. L’unico modo in Chrome OS di differenziare i compiti è usando finestre differenti, ma tutto è all’interno di Chrome. Questo è un aspetto che può mandare in confusione, soprattutto se si è abituati a Windows.

Non ci vuole però molto a prendere dimestichezza sufficiente con il sistema da riuscire ad usarlo per le cose base come scrivere un documento (come questo articolo, in effetti), leggere un’email o guardare un video su YouTube.

In generale reputo l’esperienza soddisfacente (per ora), nonostante le mie aspettative non fossero poi granché – non tanto per il dispositivo, quanto per il sistema operativo sulla carta estremamente limitato. Per ora sembra che non lo sia poi così tanto e non rimpiango poi molto il mio notebook. Ma siamo solo alla fine del primo giorno.

(nota: tutto quello che vedete in questo articolo, editing dell’immagine compreso, è stato realizzato usando il Chromebook!)