La maggior parte delle applicazioni presenti sul Play Store è gratuita, a volte completamente, a volte invece grazie a dei banner pubblicitari i cui proventi sostengono in qualche modo lo sviluppatore. Scopriamo insieme da dove arrivano le pubblicità e se c’è qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci.

Alcuni ricercatori francesi sono riusciti a tracciare i collegamenti delle app gratuite ai siti di advertising, scoprendo che molti programmi sono quantomeno elusivi e ci costringono ad avere qualche preoccupazione. La ricerca è stata condotta su 200 app gratuite che si sono collegate a 250.000 diversi siti suddivisi in oltre 2000 domini.

La maggior parte della app si collega ai servizi pubblicitari di Google ma il 10% delle app si collega ad oltre 500 siti, con un record di oltre 2000 diversi siti. Solo il 30per cento delle app analizzate ha comunicato con siti che si occupano di raccogliere informazioni sugli utenti, ma alcune di loro hanno inviato le nostre informazioni ad oltre 800 diversi indirizzi.

Va sottolineato come sia stato utilizzato per i test uno smartphone che utilizzava ancora Android 4.1 Jelly Bean, per cui alcuni miglioramenti ci potrebbero essere utilizzando versioni più aggiornate. Resta comunque il fatto che difficilmente potremo sapere quali e quanti siti vengono in possesso dei nostri dati ogni volta che utilizziamo un’app gratuita dotata di banner pubblicitari.

Questo non significa, d’altra parte, che le app a pagamento siano completamente affidabili, così come quelle gratuite non sono tutte responsabili della diffusione indiscriminata dei nostri dati personali.

Aggiornamento

Lo stesso team responsabile delle ricerche ha sviluppato NoSuchApps, una applicazione presto disponibile anche su Play Store che indicherà a quali siti esterni tenteranno di collegarsi le applicazioni, fornendo una indicazione sulle più pericolose per la nostra privacy. Mentre aspettate la versione ufficiale potete scaricare una prima beta a questo indirizzo.

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