Nelle scorse settimane le organizzaizoni sindacali dei tassisti avevano presentato un ricorso presso il tribunale di Milano affinché venisse bloccato il servizio UberPOP che permette a chiunque di fare il tassista senza regolare licenza. Nato nel 2009 a San Francisco, UberPOP è un servizio di trasporto automobilistico che permette a privati senza alcuna licenza di scambiarsi passaggi.

È proprio questo il nodo della questione che ha fatto infuriare migliaia di tassisti, che vedono a rischio il loro posto di lavoro. La sentenza ha di fatto inibito Uber dalla prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale. Uber avrà 15 giorni per adeguarsi altrimenti sarà costretta a pagare penali molto onerose.

Uber ha già comunicato che intende presentare ricorso contro la decisione che “priverebbe migliaia di guidatori di una sicura risorsa economica” e andrebbe contro le leggi europee che dovrebbero garantire equità e nessuna discriminazione ai nuovi servizi tecnologici. Nell’ordinanza emessa dal tribunale di Milano si fa riferimento alla mancanza di titoli autorizzativi, in quanto il servizio proposto da Uber è assimilabile a quello dei radio taxi.

In questo modo Uber godrebbe di un vantaggio concorrenziale grazie ai minori costi rispetto al servizio pubblico, che permetterebbero di applicare tariffe inferiori. Se i tassisti cantano vittoria, le associazioni dei consumatori parlano di “danno enorme per tutti gli utenti” che vedono ridotte le possibilità di scelta e sarebbero costretti a pagare tariffe più elevate.

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