Sempre più frequentemente accade che gli smartphone vengano utilizzati in ambiti diversi da quelli consueti, grazie soprattutto alla loro elevata potenza di calcolo. Una equipe di ricercatori della UCLA (University of California at Los Angeles) ha creato un accessorio che trasforma uno smartphone in un microscopio da campo.

La soluzione è stata ottenuta tramite la stampa in 3D di un piccolo box da applicare allo smartphone per trasformarlo in un microscopio ad alta risoluzione che riuscirà ad individuare oggetti dalla dimensioni di 2 nanometri. Il dispositivo dovrebbe essere utilizzato nei laboratori diagnostici collocati in località remote per l’individuazione di problemi al sistema nervoso, come l’Alzheimer, la resistenza ai farmaci di batteri infettivi o per la diagnosi sui tumori.

Il DNA è 50.000 volte più sottile di un capello umano e la strumentazione necessaria per la sua analisi è molto costosa. Questa soluzione è invece molto più economica, portatile e non richiede strumenti aggiuntivi. La strumentazione tradizionale per contro richiede microscopi ingombranti e pesanti da trasportare e computer per l’analisi dei dati. La realizzazione di questo dispositivo sarebbe una vera manna dal cielo per i ricercatori abituati a lavorare sul campo in situazioni spesso precarie. L’equipe che ha sviluppato la soluzione sta ad esempio lavorando per verificare l’efficacia dei farmaci contro la malaria.

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