La ricarica wireless sembra avere sempre meno senso in un mondo che spinge verso l’ecosostenibilità e il risparmio energetico. In effetti, molto probabilmente, se per caricare tutti gli smartphone del mondo usassimo soltanto caricabatterie wireless, sarebbe probabile vedere un aumento consistente del consumo di energia elettrica globale.

La ricarica tramite filo, come già noto da diverso tempo, è molto più efficiente di quella wireless, e nonostante ciò diverse case produttrici di smartphone li hanno eliminati dalla dotazione degli smartphone. La giustificazione è di tipo ambientale, ma se poi le stesse case spingono verso la ricarica wireless, è palese il cortocircuito logico della questione.

Il problema non è di poco conto, le controindicazioni sono lampanti

I ragazzi di DDAY hanno infatti misurato la corrente necessaria a caricare al 100% diversi smartphone e hanno riscontrato risultati prevedibili, ma non per questo poco importanti. In effetti con la ricarica wireless non si deve fare i conti soltanto con una base di ricarica sempre “accesa” e che quindi consuma elettricità anche quando il telefono non è poggiato su di esse, ma nel caso in cui le bobine non siano perfettamente allineate, la dispersione di energia può crescere perfino del 90%.

ricarica wireless

Ad esempio, nonostante alcuni caricatori siano inclinati in verticale apposta per evitare questo disallineamento, rimane comunque il problema dell’allineamento in orizzontale. Nel caso questo non sia perfetto, si è arrivati a caricare uno smartphone con quasi il doppio dell’energia richiesta da un caricabatterie a filo. Oltre a tutto ciò, c’è da dire che in ogni caso, anche con un allineamento perfetto delle due bobine, abbiamo una dispersione di energia pari circa al 40% in più rispetto a un caricabatterie tradizionale.

Nella fattispecie, Apple ha provato a risolvere tutto ciò con MagSafe, tuttavia pur essendo leggermente migliore di altri, abbiamo una dispersione di energia piuttosto consistente: si passa infatti da 13,93 Wh utilizzati dalla ricarica con filo a 18,19 Wh, un risultato che parla da sé. Da questi risultati si deduce che nonostante tutto, un iPhone con caricatore a filo nella confezione ha un impatto ambientale minore rispetto ad uno che utilizza MagSafe per 3 anni. Tanto è vero che i dati forniti da Apple per giustificare la mancanza di caricabatterie nella confezione, si riferiscono sempre alla ricarica a filo.

Apple MagSafe ricarica wireless

Un altro problema di questo tipo di caricatori, come detto in precedenza, è il consumo in “stand-by”. I caricatori a filo lasciati attaccati alla presa consumano quantità di energia irrisorie mentre quelli wireless, senza telefono poggiato, consumano in media 0,35 W, cifra non indifferente. Il valore, bisogna dirlo, è sicuramente più basso di quello di altri dispositivi, infatti D DAY ci dice che una Xbox in modalità stand-by accensione rapida, consuma circa 10 W costanti, una cifra decisamente più alta.

Oltre al costo in bolletta quindi abbiamo per le mani un problema che, se ampliato su scala mondiale, vista la quantità enorme di smartphone che possediamo, diventerebbe non di poco conto. Fortunatamente per ora la ricarica più comune rimane quella a filo e ci sono cose decisamente più distruttive come il mining di criptovalute che di questi tempi sta diventando un vero problema ecologico. Per l’articolo completo dei ragazzi di D DAY trovate qui il link.