Le Meze 99 Classics sono cuffie circumaurali (over-ear) dall’innegabile stile retrò, realizzate in legno di noce con dettagli dorati. L’aspetto però non deve trarre in inganno, perché sono pensate anche per essere utilizzate con gli smartphone. Un prodotto di altissima qualità, capace di soddisfare anche i palati – o meglio, le orecchie più esigenti.

Meze (pronuciato “mese”) è un produttore rumeno di cuffie che è attivo da qualche anno e ha saputo ritagliarsi una sua fetta di mercato grazie a prodotti di qualità proposti a prezzi accessibili. In passato è stato al centro di qualche piccolo scandalo nel mondo dell’hi-fi, ma ora sembra che la situazione si sia sistemata e la prova è proprio in queste 99 Classics.

Video recensione delle Meze 99 Classics

Design & comfort

Come già accennato nell’introduzione, le Meze 99 Classics sono cuffie dall’aspetto molto curato e che vanno a introdursi proprio in quel segmento di cuffie con un aspetto “classico”, che rimanda un po’ al design dei prodotti di qualche decennio fa; sicuramente entra in gioco il gusto personale nel determinare la bellezza di questo tipo di scelta, ma ritengo che in questo modo Meze abbia creato un prodotto dalle linee che sono gradevoli e apprezzabili da chiunque, quasi senza tempo, seppur possano apparire vagamente fuori luogo e “antiche” nel caso si preferisca un design moderno al massimo.

I padiglioni sono realizzati in legno di noce: sono ricavati da un unico blocco di legno fresato in CNC e poi rifinito a mano; la sensazione che danno è di calore e solidità. Sui padiglioni sono presenti due fori dove vanno inseriti i due jack da 3.5mm di collegamento col cavo, contornati da dettagli in oro. L’imbottitura, realizzata in finta pelle, è morbida e rende davvero comodo indossare le Meze 99 Classics. Il collegamento con l’archetto avviene tramite un cono concavo dorato, che garantisce anche una certa mobilità del padiglione e, quindi, una certa adattabilità alla testa dell’ascoltatore.

Meze 99 Classics 2

L’archetto è in acciaio ed è doppio: si congiunge in corrispondenza dei padiglioni, ma è poi sempre più largo (fino al massimo di 5cm) nella parte superiore. Poco sopra i padiglioni trovano posto degli agganci che fissano la banda elastica con l’imbottitura; la realizzazione è ottima in quanto la banda è molto larga e permette di distribuire molto bene il peso relativamente generoso di queste cuffie (260g) su tutta la testa e, oltre a questo, l’elastico offre una resistenza sufficiente a sorreggere le cuffie, ma senza essere troppo duro né troppo morbido e senza infastidire.

Meze 99 Classics 3

La qualità costruttiva appare ottima su tutti i fronti. Se i materiali impiegati appaiono di elevata qualità, anche l’assemblaggio appare curato e decisamente ben riuscito e trasmette una sensazione di solidità notevole.

Il comfort è ottimo: è possibile indossare le cuffie per diverse ore senza sentire affaticamento né alla testa né alle orecchie – merito della fascia larga da un alto e dell’imbottitura generosa dei padiglioni dall’altro. Non ho riscontrato problemi alle orecchie di alcun tipo, contrariamente ad altre cuffie che tendevano a far accumulare il calore creando quindi una sensazione di fastidio. Il comfort è comunque l’elemento più soggettivo, dunque è un dato che varia da persona a persona.

Meze 99 Classics 4

Purtroppo le cuffie non sono ripiegabili e bisogna accontentarsi di proteggerle con una custodia senza poter ridurre l’ingombro. A questo proposito, decisamente degna di nota è la custodia rigida per il trasporto: è in similpelle e offre spazio per accogliere non solo le cuffie, ma anche una seconda custodia in tessuto morbido al cui interno sono riposti i cavi (un cavo da 1.2m con microfono da usare insieme a smartphone e tablet e un cavo da 3m per l’uso con amplificatori e impianti hi-fi). Il cavo per smartphone integra un tasto per gestire la riproduzione della musica e per rispondere alle chiamate; è universale e funziona sia con Android che con iOS e Windows Mobile. Il microfono è di qualità discreta e nulla più: in luoghi affollati è facile che l’interlocutore non senta bene la nostra voce.

Audio

Ho testato le Meze 99 Classics dopo averle rodate per 100 ore circa. Le prove di ascolto sono avvenute utilizzando sia un Lenovo Vibe Shot che un PC con scheda audio Creative Sound Blaster X-Fi HD come sorgenti; i file impiegati sono quasi esclusivamente FLAC (44.1kHz/16 bit) con qualche sporadico MP3 (320kbps).

Le Meze 99 Classics hanno una risposta in frequenza di 15-25’000 Hz, in linea con cuffie simili; la sensibilità è di 103dB (a 1kHz/1mW), valore di buon livello seppur non eccellente; l’impedenza è di 32Ω, che permette di usare le cuffie anche con smartphone, tablet e PC senza la necessità assoluta di un amplificatore per cuffie. Nei miei test ho potuto constatare una gamma dinamica che arriva a 66dBFS.

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Il suono delle Meze 99 Classics è caldo e avvolgente, come suggerisce già la scelta del legno come materiale costruttivo. È un suono relativamente bilanciato, con una curva di risposta sufficientemente piatta; il suo punto debole è nei medio-alti, dove ha qualche difficoltà, ed è caratterizzato da bassi e medio-bassi corposi.

I bassi sono carichi, ma non “carichi” nel senso di “Beats”: sono carichi nel senso che aggiungono colore, corpo e profondità al suono, ma senza stonare col resto e senza coprire altre frequenze. Sono soprattutto le frequenze medio-basse ad avere la maggiore energia e a dare più carica al suono, anche se i bassi più profondi tengono loro buona compagnia pur non essendo particolarmente potenti. Nel complesso non è un basso che definirei perfettamente neutro, ma aggiunge un pizzico di “spinta” al suono in più – con eleganza e discrezione.

I medi sono caldi e pronunciati, con un ottimo livello di dettaglio che non riesce a renderli brillanti, ma li fa comunque diventare piacevoli e vivaci. Le voci sono naturali e non presentano sibilanza; le voci maschili appaiono profonde e quelle femminili vivaci.

Personalmente preferisco alti più frizzanti e carichi di quelli delle Meze 99 Classics, ma non si può certo dire che siano manchevoli o che non siano dettagliati: al contrario, hanno una buona presenza e la loro influenza sulla scena sonora è tangibile. Aggiungono dinamismo e leggerezza, con dettagli spesso cristallini ma mai ruvidi – anzi, uno dei grandi pregi di queste cuffie è proprio il fatto che offrono alti dettagliati ma non taglienti o stancanti.

Non è presente un effetto spaziale pronunciato, ma le Meze 99 Classics non offrono nemmeno un suono piatto: la scena sonora ha una sua profondità, seppur non particolarmente accentuata. La scena si sviluppa più che altro in due dimensioni, piuttosto che in tre: è molto ampia, ma non profonda; già questo è un risultato ottimo, ma mi aspettavo qualcosa in più su questo fronte. Ciononostante, l’ampiezza è ottima e dà un’idea di suono sufficientemente con una sua spazialità.

La distinzione tra i singoli strumenti è notevole ed è possibile seguire sempre ogni parte senza che ci siano sovrapposizioni che causano problemi. Anche la presenza è ottima e tutti gli strumenti sono voluminosi e appaiono pieni e con un ottimo corpo. L’apertura è buona, ma non eccellente; in alcuni contesti appare un po’ cupo e chi preferisce suoni molto aperti e brillanti probabilmente preferirà orientarsi su altre cuffie.

Analizziamo quindi la resa delle Meze 99 Classics con l’aiuto della scaletta di prova:

  • Classica/sinfonica: i cori di Duel of the Fates spiccano in mezzo alla scena sonora e gli elementi più bassi non vengono sepolti dal resto dell’orchestra ma si amalgamano con essa aggiungendovi corpo. Nella 1812 di Tchaikovsky spiccano in positivo gli archi, lisci e mai stridenti, e i dettagli di piatti e triangolo. Come sempre, il Bolero di Ravel è un test magnifico delle capacità delle cuffie di riprodurre suoni con un volume molto basso con la capacità di mantenere la risoluzione e la profondità – e le Meze 99 Classics lo superano ottimamente. Queste sono cuffie che risultano più che adeguate all’ascolto di musica classica e, anzi, è consigliato l’ascolto di questo macro-genere più che di altri.
  • Jazz: è in Blue Rondo à la Turk e in Take Five di Dave Brubeck che si può apprezzare al meglio la qualità degli alti: precisi, dinamici, aperti e mai taglienti o troppo pronunciati. Un vero piacere. Non bisogna dimenticare anche il resto: il contrabbasso è presente il giusto, mentre il sassofono e il pianoforte si alternano nel prendere il centro della scena.
  • Metal: il metal è un genere variegato, che riesce però a trovare un ottimo interprete nelle 99 Classics. Freezing Moon dei Mayhem risulta un po’ meno gelida del dovuto e trarrebbe beneficio da un suono più freddo e analitico, ma altrettanto non si può dire per Sacred Worlds dei Blind Guardian che beneficia del tono più caldo. Allo stesso modo anche Till Fjälls e Isjungfrun di Vintersorg, grazie alla presenza massiccia di chitarre acustiche e di voci rispettivamente maschili e femminili, traggono giovamento dal calore di queste cuffie. Nel complesso si notano la perfetta distinzione tra gli strumenti, l’equilibrio generale e il dettaglio degli alti.
  • Rock: il rock è uno dei generi d’elezione per queste cuffie, grazie ai medi vivaci. Che si tratti di chitarre elettriche o della voce, in genere il risultato è ottimo. The great Gig in the Sky suona decisamente bene e la voce di Clare Torry appare in primo piano, circondata (ma non soffocata) dagli altri strumenti, ben distinti fra loro; allo stesso modo Robert Plant è dirompente in Black Dog, circondato dalla chitarra di Jimmy Page e dal basso di John Paul Jones.
  • Trip-hop: il basso non è esplosivo, ma è sufficiente a rendere pieno e corposo Strangers dei Portishead senza esagerazioni e mantenendo in primo piano la voce di Beth Gibbons; notevoli anche i dettagli dei difetti dell’incisione. Allo stesso modo anche il basso in Angel dei Massive Attack appare potente e forte, senza però risultare aggressivo e soverchiante.
  • Celtica/folk: la presenza esclusiva di strumenti acustici (chitarre, didgeridoo, tamburi…) e di voci, sia maschili che femminili, nella musica celtica-neofolk la rende un ottimo banco di prova per cuffie che fanno dei medi e medio-bassi uno dei principali punti di forza come le 99 Classics. Effettivamente il risultato è decisamente gradevole e, che si tratti di ascoltare gli Omnia, Vàli o i nostrani Birkin Tree, l’esperienza è positiva.
  • Elettronica: le Meze 99 Classics non nascono certo come cuffie orientate all’elettronica, ma riescono a dire la loro anche con questo genere. Notevole il dettaglio dei disturbi in Arecibo dei Carbon Based Lifeforms e la spazialità del suono, così come l’estensione del basso che si può notare nei due brani di Aes Dana: non è eccezionale e si sente la differenza con cuffie più orientate ai bassi come le SOL Republic Master Tracks, ma è comunque più che adeguata a far godere la musica senza farsi mancare niente.

In conclusione

Il nome delle Meze 99 Classics appare quanto mai azzeccato. L’aspetto è indubbiamente da grande classico, ma anche il suono non è da meno. Questa non è una cuffia analitica e iper-dettagliata, ma offre comunque un’esperienza di ascolto di alto livello sotto tutti i fronti. Non è adeguata a chi desidera un monitor totalmente piatto e neutro né a chi vuole una cuffia brillante e ariosa, tuttavia è un ottimo partito se desiderate una cuffia che vada bene un po’ con tutti i generi e che non manchi di nulla.

Ultimo ma non meno importante è l’aspetto del design, della costruzione e degli accessori: il design è senza tempo in questa versione oro e legno di noce (sono disponibili anche argento e betulla e, a breve, argento e noce) e la costruzione è impeccabile, mentre gli accessori sono sicuramente allo stesso livello del resto del prodotto.

Il prezzo non è dei più contenuti, ma è in linea con quanto viene offerto: le Meze 99 Classics vengono offerte a 309€ sul sito del produttore.