Samsung e Apple hanno inviato formali comunicazioni a Xiaomi India, contestando alla società le campagne pubblicitarie comparative che l’azienda cinese ha lanciato contro i loro prodotti.

Non si tratta di una completa sorpresa: da tempo si evidenziano infatti crescenti tensioni nel mercato indiano degli smartphone e dei dispositivi elettronici, sempre più importante per le multinazionali. Di qui, le costanti e dure prese di posizione da parte dei principali operatori, evidentemente interessati a difendere i propri interessi contro pratiche ritenute scorrette.

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Le campagne pubblicitarie contestate da Samsung e Apple

Xiaomi ha da diverso tempo sviluppato una strategia di marketing aggressiva in India, utilizzando sia i media tradizionali che le piattaforme social per confrontare direttamente i propri prodotti con quelli di Samsung e Apple. Le campagne hanno preso di mira principalmente gli smartphone Galaxy e i televisori Samsung, presentando i dispositivi Xiaomi come più “pronti per il futuro” rispetto alle alternative della concorrenza.

A risultare particolarmente controversa (e, probabilmente, anche la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso), è stata una pubblicità a pagina intera sui quotidiani indiani in cui Xiaomi ha messo in discussione se l’iPhone 16 Pro Max fosse “davvero il migliore” quando confrontato con il Xiaomi 15 Ultra. L’annuncio evidenziava le differenze di prezzo e specifiche tecniche tra i due dispositivi, suggerendo un rapporto qualità-prezzo superiore per il prodotto cinese.

La reazione di Samsung e Apple non si è fatta attendere. Secondo diverse fonti di settore, entrambe le aziende hanno inviato comunicazioni legali formali a Xiaomi India, definendo le pubblicità come “denigratorie” e minacciando azioni legali se le campagne non venissero modificate o ritirate.

Perché Samsung e Apple hanno reagito

L’occasione è sicuramente utile per ricordare per quali motivi Samsung e Apple abbiano preso una posizione così dura. Per le aziende, l’India è uno dei mercati più redditizi, con i due brand che mantengono posizioni dominanti in diversi segmenti. Samsung, in particolare, gode di una presenza significativa nelle fasce medio-bassa e media del mercato smartphone, proprio dove Xiaomi compete più aggressivamente sui prezzi. L’azienda coreana è inoltre leader nella fornitura di televisori nel Paese, un mercato che Xiaomi sta cercando di penetrare con crescente determinazione.

Ad ogni modo, c’è chi nota che anche Samsung ha recentemente lanciato campagne pubblicitarie che evidenziano le carenze dell’iPhone rispetto al Galaxy Z Fold 7, dimostrando così come queste tattiche siano ampiamente utilizzate nel settore. Ma allora perché questa volta le cose sono andate diversamente, tanto da indurre la compagnia a reagire in tal modo?

La differenza è insita nel modo in cui vengono condotte queste campagne. Mentre Samsung ha tradizionalmente mantenuto un approccio più sottile nelle sue comparazioni dirette, le campagne di Xiaomi sembrano aver superato una linea di demarcazione non scritta che separa la concorrenza leale dalla pubblicità potenzialmente diffamatoria. Un superamento che, per certi versi, potrebbe anche essere stato prevedibile e, in qualche modo, “spinto”: per Xiaomi, infatti, le minacce legali potrebbero paradossalmente costituire un successo della propria strategia comunicativa, perché l’attenzione mediatica generata dalla controversia ha amplificato la visibilità del marchio e dei suoi prodotti, consentendogli di raggiungere un pubblico più ampio di quello delle campagne pubblicitarie originali.