Il 2019 non è stato un anno semplice per il colosso Huawei, che ha dovuto affrontare (e dovrà continuare a farlo) la questione ban USA. E se un domani i problemi “contagiassero” altri produttori cinesi, come ad esempio Xiaomi? L’azienda di Pechino, per bocca del suo Product Manager Abi Go, sostiene di avere già eventualmente un piano “B”.

Il governo Trump ci è andato giù pesante con Huawei lo scorso anno, vietando alle aziende americane (Google e Qualcomm inclusi) di fornire componenti o servizi alla casa cinese. Huawei se l’è cavata comunque molto bene nel 2019, ma le difficoltà che ha dovuto e dovrà continuare ad affrontare sono innegabili (basti pensare al top di gamma Huawei Mate 30 Pro, arrivato in Italia senza servizi Google).

Altri marchi cinesi potrebbero cavarsela altrettanto bene? La situazione è per ora tranquilla e non ci sono segnali in merito a un “effetto-contagio”, ma a quanto pare Xiaomi ha già un piano da seguire in caso si presenti questa eventualità. Intervistato da Xataka, il Product Manager di Xiaomi Abi Go ha precisato che l’azienda potrà contare su un “piano B” e che sta già investendo molto in Cina anche per quanto riguarda i semiconduttori.

Stiamo valutando la situazione, ma per il momento non si è verificato alcun “effetto contagio”. Stiamo lavorando fianco a fianco e intensamente con le società statunitensi come Qualcomm, per i nostri chipset o Google, per i prodotti dell’ecosistema IoT.

Inoltre, c’è da dire che i guadagni di Xiaomi provengono per larga parte da Cina e India, Paesi dove i servizi Google non risultano così importanti come in Europa o negli Stati Uniti. La parte più difficile sarebbe probabilmente fare a meno di fornitori come Qualcomm. Xiaomi non ha comunque intenzione di presentare un’alternativa e preferisce concentrarsi su ciò che sa fare meglio, ossia vendere “prodotti interessanti a prezzi onesti“.

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