Xiaomi non ha messo da parte i propri progetti volti a ritagliarsi uno spazio nel settore dei processori ed è in tale ottica che va valutato l’acquisto da parte del colosso cinese di una quota pari a circa il 6% della società di progettazione di chip VeriSilicon Holdings Co Ltd.

Con questo investimento Xiaomi diventa il secondo azionista esterno di VeriSilicon, società fondata nel 2001 che ha sede a Shanghai e ha oltre 700 dipendenti, con 5 centri di ricerca e sviluppo negli Stati Uniti e in Cina, oltre a 10 uffici di vendita in tutto il mondo.

Ricordiamo che Xiaomi alcuni anni fa ha realizzato un proprio processore, chiamato Surge S1, utilizzato su un solo smartphone mentre la seconda generazione, nonostante l’avvio dei lavori, non è mai stata lanciata ufficialmente.

I processori rappresentano il cuore di qualsiasi dispositivo elettronico, inclusi gli smartphone ed il mercato è al momento dominato da Qualcomm, ossia un’azienda statunitense: il rischio, pertanto, è che molti smartphone cinesi da un momento all’altro possano trovarsi in difficoltà nel caso in cui i rapporti tra Cina e USA dovessero peggiorare.

Non c’è da stupirsi, quindi, se anche Xiaomi stia valutando l’ipotesi di entrare in questo settore.