C’era una volta Samsung, che presentava nuovi smartphone a ritmo forsennato, sprecandosi in sigle a volte incomprensibili che non riuscivano spesso a differenziare modelli troppo spesso molto simili tra di loro.

Se il colosso sud coreano ha provato a semplificare la vita agli utenti, anche se non sempre ci riesce, ci pensa Xiaomi a rilevare il testimone, sfornando nuovi dispositivi a ritmo impressionante, soprattutto nella famiglia di prodotti Redmi e nella fascia di prezzo che si aggira intorno a i 200 euro.

I colleghi di Android Authority hanno fatto un’analisi del mercato indiano, che può tranquillamente essere ricondotta a quello italiano, per molti versi. Ci sono smartphone come Xiaomi Redmi 6A, Redmi 6, Redmi 6 Pro, Redmi Note 5 e Redmi Y2 (commercializzato da noi come Redmi S2), che molto spesso offrono una scheda tecnica simile ai predecessori con minime differenze di prezzo.

Secondo Manu Kumar Jain, Vice presidente del mercato globale di Xiaomi e direttore marketing per l’India, si tratta della strategia vincente, in grado di coprire tutte le fasce di prezzo e di sopperire ad eventuali carenze di magazzino. In alcuni mercati, e in determinate fasce di prezzo, gli utenti non sono particolarmente propensi a sforare il budget prefissato.

Se un incremento del 10% può essere in qualche modo messo in conto, una spesa maggiore è il più delle volte fuori discussione, quindi si spiega la minima differenza di prezzo tra i vari modelli. Accade spesso che un utente deciso ad acquistare uno Xiaomi Redmi 6 finisca per ripiegare su uno Xiaomi Redmi Note 5 (in India è la versione con Snapdragon 625, mente quella con Snapdragon 636 è chiamata Note 5 Pro).

La varietà di scelta può essere dunque vista come un vantaggio, vista la similitudine di design e scheda tecnica, dall’altra parte ci sono gli utenti che pianificano le loro scelte e si dilungano in un processo decisionale che diventa inevitabilmente lungo, vista la necessità di valutare i pro e i contro di ogni modello e ogni variante.

Pensate anche voi che Xiaomi dovrebbe ridurre il numero di smartphone lanciati sul mercato o si tratta di una politica destinata ad avere successo, come sembra attualmente confermare il mercato? Il box dei commenti è a vostra disposizione.