Nuovi guai in vista per i principali operatori mobili italiani (Iliad escluso), che sono finiti nel mirino dell’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato (AGCM). Vodafone, Wind Tre e TIM stanno per diventare oggetto di nuovi procedimenti sanzionatori, mentre solo TIM è sotto inchiesta anche da parte di AGCOM.

Discriminazioni sull’IBAN UE

AGCM ha aperto oggi nuovi procedimenti nei confronti dei tre operatori indicati in precedenza e sono una diretta conseguenza delle sanzioni già irrogate lo scorso anno. Il denominatore comune della vicenda era legato all’impossibilità di domiciliare la bolletta della telefonia fissa o mobile su un conto corrente estero, una mancanza che va contro le vigenti normative europee.

Lo scorso anno i tre operatori erano stati obbligati a non reiterare il proprio comportamento irregolare ma a quanto pare le misure adottate non sono state ritenute sufficienti. Vodafone ad esempio richiede la lavorazione manuale da parte del proprio backoffice per accettare il pagamento su conti esteri e lo fa solo sui piani convergenti e sulla rete fissa, escludendo i contratti di rete mobile non vincolati alla rete fissa.

Wind Tre si comporta allo stesso modo e di fatto rifiuta l’inserimento di un IBAN con iniziali estere, che viene indicato come campo non valido. Anche TIM, nonostante numerosi tentativi avvenuti in seguito all’aggiornamento della piattaforma di CRM, continua a non accettare IBAN stranieri e obbliga l’utente a compilare un modulo cartaceo o a contattare il servizio clienti, senza rispettare gli impegni presi in occasione della precedente delibera.

Entro 120 giorni i procedimenti saranno conclusi e potrebbero portare a nuove sanzioni di importo compreso tra 10.000 e 5.000.000 euro

Irregolarità nel servizio TIM Safe Web

AGCOM sta invece indagando sul servizio TIM Safe Web, attivato gratuitamente alla clientela business nel corso del 2018 e divenuto a pagamento a partire da maggio 2019. L’Autorità contesta il modo in cui tale variazione è stata comunicata agli utenti, visto che TIM sostiene di aver inviato una semplice lettera che non consente di avere certezze sulla ricezione o impedisce di fatto la verifica del rispetto dei 30 giorni a disposizione per far valere il diritto di recesso.

Solo successivamente è stato inviato un SMS che però non conteneva chiarimenti ma solo un invito a consultare l’area clienti, contrariamente a quanto dispongono le leggi in materia. Per questo motivo AGCOM ha deciso di irrogare una sanzione dell’importo di 464.000 euro nei confronti di TIM, che non è riuscita a fornire le giustificazioni richieste.

Asimmetria tariffaria Tre sulla terminazione di chiamata

AGCOM ha avviato un procedimento contro tre in seguito a una sentenza del Consiglio di Stato relativa a una vicenda che risale al 2013. Tre non poteva ancora godere della stessa copertura degli altri operatori e per questo AGGCOM aveva stabilito una tariffa agevolata per quanto riguarda il servizio di terminazione di chiamata.

Si tratta di un servizio che consente l’inoltro delle chiamate provenienti da un operatore di rete diversa, il cui costo viene addebitato all’operatore del chiamante. Per garantire un livello adeguato di competitività

Nuovi guai in vista per i principali operatori mobili italiani (Iliad escluso), che sono finiti nel mirino dell’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato (AGCM). Vodafone, Wind Tre e TIM stanno per diventare oggetto di nuovi procedimenti sanzionatori, mentre solo TIM è sotto inchiesta anche da parte di AGCOM.

Discriminazioni sull’IBAN UE

AGCM ha aperto oggi nuovi procedimenti nei confronti dei tre operatori indicati in precedenza e sono una diretta conseguenza delle sanzioni già irrogate lo scorso anno. Il denominatore comune della vicenda era legato all’impossibilità di domiciliare la bolletta della telefonia fissa o mobile su un conto corrente estero, una mancanza che va contro le vigenti normative europee.

Lo scorso anno i tre operatori erano stati obbligati a non reiterare il proprio comportamento irregolare ma a quanto pare le misure adottate non sono state ritenute sufficienti. Vodafone ad esempio richiede la lavorazione manuale da parte del proprio backoffice per accettare il pagamento su conti esteri e lo fa solo sui piani convergenti e sulla rete fissa, escludendo i contratti di rete mobile non vincolati alla rete fissa.

Wind Tre si comporta allo stesso modo e di fatto rifiuta l’inserimento di un IBAN con iniziali estere, che viene indicato come campo non valido. Anche TIM, nonostante numerosi tentativi avvenuti in seguito all’aggiornamento della piattaforma di CRM, continua a non accettare IBAN stranieri e obbliga l’utente a compilare un modulo cartaceo o a contattare il servizio clienti, senza rispettare gli impegni presi in occasione della precedente delibera.

Entro 120 giorni i procedimenti saranno conclusi e potrebbero portare a nuove sanzioni di importo compreso tra 10.000 e 5.000.000 euro

Irregolarità nel servizio TIM Safe Web

AGCOM sta invece indagando sul servizio TIM Safe Web, attivato gratuitamente alla clientela business nel corso del 2018 e divenuto a pagamento a partire da maggio 2019. L’Autorità contesta il modo in cui tale variazione è stata comunicata agli utenti, visto che TIM sostiene di aver inviato una semplice lettera che non consente di avere certezze sulla ricezione o impedisce di fatto la verifica del rispetto dei 30 giorni a disposizione per far valere il diritto di recesso.

Solo successivamente è stato inviato un SMS che però non conteneva chiarimenti ma solo un invito a consultare l’area clienti, contrariamente a quanto dispongono le leggi in materia. Per questo motivo AGCOM ha deciso di irrogare una sanzione dell’importo di 464.000 euro nei confronti di TIM, che non è riuscita a fornire le giustificazioni richieste.

Asimmetria tariffaria Tre sulla terminazione di chiamata

AGCOM ha avviato un procedimento contro tre in seguito a una sentenza del Consiglio di Stato relativa a una vicenda che risale al 2013. Tre non poteva ancora godere della stessa copertura degli altri operatori e per questo AGGCOM aveva stabilito una tariffa agevolata per quanto riguarda il servizio di terminazione di chiamata.

Si tratta di un servizio che consente l’inoltro delle chiamate provenienti da un operatore di rete diversa, il cui costo viene addebitato all’operatore del chiamante. Per garantire un live  a Tre erano state concesse delle tariffe più altre, ma solo fino a Luglio 2013 quando la tariffa sarebbe stata la stessa per i 4 operatori principali (TIM, Vodafone, Wind e Tre).

In quell’occasione però Tre presentò ricorso, sostenendo che le condizioni della copertura non fossero tali da giustificare un così rapido adeguamento. Inizialmente il Consiglio di stato diede ragione a Tre, in un caos di ricorsi e contro ricorsi, ma lo scorso anno una nuova sentenza ha stabilito che AGCOM possa riadottare il provvedimento a patto di consultare la Commissione Europea nel processo di approvazione.

Prima di presentare il provvedimento alla Commissione però AGCOM ha deciso di aprire una nuova consultazione pubblica per raccogliere osservazioni in merito alla vicenda e decidere come proseguire.

 

a Tre erano state concesse delle tariffe più altre, ma solo fino a Luglio 2013 quando la tariffa sarebbe stata la stessa per i 4 operatori principali (TIM, Vodafone, Wind e Tre).

In quell’occasione però Tre presentò ricorso, sostenendo che le condizioni della copertura non fossero tali da giustificare un così rapido adeguamento. Inizialmente il Consiglio di stato diede ragione a Tre, in un caos di ricorsi e contro ricorsi, ma lo scorso anno una nuova sentenza ha stabilito che AGCOM possa riadottare il provvedimento a patto di consultare la Commissione Europea nel processo di approvazione.

Prima di presentare il provvedimento alla Commissione però AGCOM ha deciso di aprire una nuova consultazione pubblica per raccogliere osservazioni in merito alla vicenda e decidere come proseguire.