L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, meglio conosciuta come AGCM, ha deliberato su due pratiche commerciali di Vodafone definendole scorrette e obbligando l’operatore al pagamento di una multa pari a 1 milione di Euro.

La notizia è di quelle da far sobbalzare dalla sedia anche se non è la prima volta che tale cifra viene richiesta all’operatore rosso in questo 2016. Le pratiche commerciali condannate sono due e riguardano le condizioni del diritto di recesso qualora, a seguito della rimodulazione dei rinnovi da 30 a 28 giorni, il cliente voglia recedere dal contratto. In particolare:

  1. nei casi in cui nel settore di telefonia mobile la riduzione ha provocato, a seguito dell’esercizio del diritto di recesso, l’addebito in un’unica soluzione del saldo delle rate residue;
  2. nei casi in cui nel settore di telefonia fissa la riduzione ha provocato, a seguito dell’esercizio del diritto di recesso, l’addebito in un’unica soluzione del saldo delle rate residue.

Inoltre l’AGCM, a seguito di numerose richieste da parte dei consumatori, ha rilevato che l’imposizione unilaterale del passaggio da 30 a 28 giorni del periodo di rinnovo ha comportato un aggravio economico per tutti i clienti pari ad una mensilità in più all’anno. Imposizione sottolineata durante la fase istruttoria del processo.

Le pratiche attuate da Vodafone sono state in conclusione definite scorrette in quanto contrarie alla diligenza professionale e idonee a falsare il comportamento economico dei consumatori riguardo i servizi offerti e alla possibilità di esercitare il diritto di recesso.

Per entrambe le pratiche l’AGCM ha comminato di conseguenza a Vodafone una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 500.000 Euro, per una multa complessiva di 1 milione di Euro, e ovviamente la diffida a continuare tali pratiche.

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