Anche il 2017 si è dimostrato un anno ricco di malware per Android (e non solo): nel solo quarto trimestre i ricercatori G Data ne hanno rilevati altri 744.065, pari a 8225 al giorno e dunque 343 di media ogni ora. Si tratta certamente di numeri preoccupanti, anche se il numero totale per il 2017 risulta in leggero calo rispetto al 2016.

Lo scorso anno Google e i produttori di soluzioni antivirus hanno rilevato oltre 700.000 applicazioni che violavano le linee guida del Play Store, circa il 70% in più dell’anno precedente. Le statistiche dimostrano che le app malevole riescono a raggiungere lo Store di Big G nonostante i controlli, quindi bisogna fare attenzione anche a ciò che si va a scaricare dal negozio virtuale ufficiale.

Secondo i dati, Android risulta uno dei più “vulnerabili” sistemi operativi, con 842 falle scoperte nel 2017 nelle varie versioni, seguito a distanza da Linux (453) e iOS (387) che completano il podio (Windows 10 è al sesto posto con 268). Android è un sistema open source e dunque sono molte le persone che possono mettere mano e condurre ricerche sul software, ma questo non deve servire da giustificazione.

In aggiunta, oltre alle falle software, ultimamente si è dovuto affrontare anche quelle hardware: emblematico il caso di Meltdown e Spectre, le gravi vulnerabilità scovate in molti processori anche per dispositivi mobili.

Con Project Treble, la cui adesione è obbligatoria con i dispositivi con Android 8.0 Oreo nativo, Google sta provando a dare una scossa alla rapidità degli aggiornamenti: questi ultimi sono la vera arma contro le vulnerabilità e disporre di una versione software troppo datata può esporre a gravi pericoli. Sarà sufficiente? Lo scopriremo solo nei prossimi mesi e anni, quando potremo tirare le prime somme.

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