Dopo essere stato ripreso di recente per uno spot, Iliad si prende ora la sua rivincita. Come risposta a quel fatto, vi avevamo già parlato di come avesse replicato a Wind Tre invitando l’autorità di controllo a sottoporre a verifica uno spot di Tre per ottenere un iPhone 11 ad anticipo zero.

Iliad rendeva noto che anche quest’ultimo andasse a violare l’articolo 2 del Codice, in quanto la pubblicità di Tre prometterebbe ai consumatori di poter acquistare l’iPhone 11 senza condizioni e senza ulteriori limitazioni. In sostanza, l’annuncio pubblicitario in questione sarebbe conterrebbe così informazioni fuorvianti per il semplice fatto che l’anticipo zero della formula proposta ha delle condizioni e dei requisiti specifici per essere usufruita.

Le condizioni sono infatti le seguenti: per ottenere quanto promesso serve un piano Tre Free o All-In, solo alcune versioni di iPhone 11 sono disponibili, è necessario attivare un finanziamento per usufruire di una struttura di pagamento predefinito e non è possibile nemmeno poter usufruire del pagamento rateale.

Di qui, l’istanza che accusa l’operatore di violare l’articolo 2, che sancisce il divieto di inganno pubblicitario. Il comitato dell’IAP, cioè l’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria, ha così accolto quanto richiesto da Iliad e, sulla base del 62bis/2019, ha ritenuto che la pubblicità di Tre vietasse proprio l’articolo detto ritenendo perciò lo spot pubblicità ingannevole.

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