TIM ha pubblicato i risultati del terzo trimestre del 2018 e mira a sottolineare il dato relativo alla crescita dei ricavi da servizi del Gruppo, che sono incrementati dell’1,2% su base organica rispetto all’anno precedente, trainati dalle performance del Brasile (+5,1%) e che ammontano a 4,6 miliardi di euro.

Nell’offerta per il Fisso la crescita di clienti UltraBroadBand, adesso a quota 3 milioni, riesce a stabilizzare i conti rispetto all’anno scorso riassorbendo gli effetti negativi della fatturazione a 30 giorni attraverso il lancio di nuove offerte e l’incremento degli accessi in fibra, quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso. I ricavi da vendita di prodotti, pari adesso a 914 milioni di euro contro i 919 milioni del periodo precedente, sono invece in leggero calo.

A seguire uno schema approfondito dei ricavi dei primi nove mesi del 2018 mostra i ricavi da servizio del mercato Fisso (7.394 milioni di euro) e quelli del mercato Mobile (3.434 milioni di euro).

L’utile netto dell’operatore è di 1,2 miliardi di euro mentre l’EBITDA organico si attesta a quota 6,2 miliardi di euro e si mostra stabile rispetto all’anno precedente, grazie alla crescita del Brasile, mentre il flusso di cassa operativo è di 1,5 miliardi di euro, ovvero 459 milioni di euro in più rispetto ai primi nove mesi dell’anno scorso. La posizione finanziaria netta del Gruppo è di 25,2 miliardi di euro, in riduzione rispetto all’anno scorso di circa un miliardo di euro.

Gli investimenti della Business Unit Domestic si attestano invece a quota 2 miliardi di euro, circa 570 milioni in meno rispetto al medesimo periodo del 2017, mentre la Business Unit Brasile registra invece investimenti nei primi nove mesi del 2018, pari a 598 milioni di euro, in riduzione di 106 milioni di euro rispetto all’anno scorso.

TIM avverte gli investitori che numerosi fattori potrebbero non confermare il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA, come la multa connessa al procedimento Golden Power, il contesto competitivo avverso, le tensioni in ambito regolatorio e l’indebolimento del tasso di cambio del Real brasiliano.

TIM sembrerebbe dunque aver resistito al mutamento dello scenario regolatorio e competitivo, dopo l’ingresso di Iliad, anche grazie al secondo brand Kena Mobile, tuttavia l’aggiudicazione delle frequenze del 5G non è contemplata.

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