I giorni scorsi, Amazon aveva mandato inviti alla stampa ed ai blog riguardanti un evento tenutosi alle 18:00 di oggi: subito erano fioccate le ipotesi – da noi sostenute – circa la presentazione da parte del sito di e-commerce dei nuovi Kindle tablet. Coloro che sostenevano la presentazione di una presunta nuova generazione di Kindle a schermo e-ink avevano torto. Amazon ha presentato ufficialmente il Kindle Fire, tablet con schermo da 7 pollici ed un prezzo di soli 199$ che, nonostante la mancanza del modulo 3G e della fotocamera, sicuramente attirerà le attenzioni anche dei più scettici riguardo il “fenomeno tablet”.

Esteticamente, il tablet è estremamente simile al BlackBerry PlayBook di RIM: situazione facilmente spiegata dal comune produttore Quanta Computers che si è occupato non solo di produrre il dispositivo ma anche di fornire il design, ricavandolo dal PlayBook che già produce. Equipaggiato con un processore dual core Texas Instruments OMAP operante alla frequenza di clock di 1GHz, 512MB di RAM, 8GB di spazio di archiviazione interno, schermo con pannello IPS e risoluzione 1024×600, Gorilla Glass, WiFi ed un peso di soli 415 grammi, il Kindle Fire si pone in una posizione di primato assoluto nella sua fascia di prezzo per hardware e servizi offerti. Assieme all’acquisto del tablet, infatti, Amazon offre 30 giorni di prova di Amazon Prime, accesso all’Amazon Appstore, al Kindle Store, ad Amazon Cloud Storage e a Whispersync. L’integrazione con il Cloud Storage fa sì che le applicazioni ed i contenuti acquistati vengano salvati nella cloud, permettendo di eliminarli in locale in caso di mancanza di spazio e di riscaricarli in un secondo momento (Jeff Bezos: “cancellali e riprendili quando li vuoi”). Whispersync ora funziona anche con film e spettacoli televisivi: “quando arrivate a casa, accendete la vostra TV dal grande schermo. Il vostro film sarà lì, esattamente dove l’avete lasciato.” Ciò su cui Amazon punta dunque è l’integrazione totale e pervasiva dei propri servizi con il tablet: molto più che Apple con l’iPad, l’unico modo di procurarsi contenuti sembra essere il passaggio diretto per Amazon – con tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Se, da un lato, questo livello d’integrazione porta con sè migliorie ed opzioni non altrimenti ottenibili (basta pensare alla possibilità di cancellare un contenuto qualsiasi e poi reperirlo nuovamente in un secondo momento), d’altro canto il passaggio diretto e costretto per Amazon porta ad una mancanza di libertà per l’utente. Anche se indubbiamente la compagnia di Jeff Bezos è molto più “libera” della Apple di Steve Jobs, il concetto che sia essa a regolare previdentemente i contenuti accessibili agli utenti pone problemi di natura etica non indifferenti – gli stessi problemi che si pone da tempo chi sostiene l’aspetto “open” di Android.

Nell’ottica di una ancora maggiore integrazione con i servizi cloud, Amazon ha prodotto anche un browser fortemente dipendente dalla cloud. Chiamato Silk, il browser altro non è che un visualizzatore delle informazioni provenienti dai server Amazon che si occupano integralmente della parte computazionale della navigazione, lasciando al browser sul dispositivo il solo compito di mostrare i contenuti delle pagine. L’immagine fornita da Gizmodo lascia poco spazio ad ulteriori spiegazioni: grazie ad una tecnologia chiama “Split”, sul Kindle Fire avviene appena una frazione di ciò che normalmente è richiesto per mostrare una pagina web grazie ai server Amazon EC2 che si occupano di caricare, processare ed inviare al browser le pagine già pronte per essere visualizzate, accorciando i tempi di caricamento e riducendo largamente il consumo di RAM e l’utilizzo del processore. Silk si occuperà anche di tenere in cache i siti più visitati, con la possibilità di conservare la cache anche sui server EC2 garantendo una visualizzazione quasi istantanea dei siti preferiti (tra cui, ovviamente, Tutto Android).

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Dietro l’aspetto grafico il software è chiaramente Android, anche se esteticamente non lo ricorda per nulla (come riportato da TechCrunch e come visibile in foto). Vista la completa assenza di Google nell’intero progetto, la decisione di riprogettare l’esperienza utente ponendo più l’accento sull’ “esperienza Amazon” assume decisamente significato. Anche le mosse del gigante dell’e-commerce che sono andate concentrandosi su Android (prima l’applicazione Kindle, poi l’apertura dell’Appstore) assumono un nuovo significato alla luce del nuovo prodotto. Il mancato coinvolgimento di Google nell’operazione è emblematico della volontà di Amazon di creare un proprio ecosistema che sia – per quanto “aperto” rispetto ad una parte del mondo Android – chiuso e confinato in se stesso. Questo perchè – come già ragionato in passato – Amazon ha chiara l’idea dell’utente medio al quale non interessa quale sia il sistema operativo utilizzato sul proprio dispositivo, fintanto che funziona e che offre le applicazioni ed i servizi che servono. Un aspetto non secondario è legato all’ottimizzazione del software rispetto all’hardware: la costruzione di un sistema operativo specifico per l’hardware – peraltro di potenza non indifferente – consente ad Amazon di offrire un’esperienza utente molto più fluida ed omogenea rispetto a quanto visto su parecchi terminali Android che, anche se di fascia alta, non brillano per prestazioni e fluidità dell’esperienza. Questo aspetto è fra quelli su cui più spesso vanno a concentrarsi le lodi nei confronti di iOS: Apple è riuscita, grazie alla limitatissima variabilità dell’hardware su cui il software è in esecuzione ed all’ottima progettazione, a garantire agli utenti una fluidità ed una “pulizia” attualmente ancora a dir di molti senza pari nell’ambito mobile.


Negli Stati Uniti le prevendite iniziano oggi, con le consegne a partire dal 15 Novembre. Non è dato sapere se e quando Kindle Fire arriverà in Europa, ma viste le prime avvisaglie di operatività dell’Appstore nel Vecchio Continente si presume che Amazon abbraccerà presto il mercato europeo visto l’enorme mercato offerto da più di 300 potenziali milioni di clienti. Soprattutto l’Italia, da sempre attentissima per i più svariati motivi ai trend tecnologici ed in particolare ai trend del mondo mobile, si candida tra i primi Paesi a ricevere il nuovo tablet anche in virtù della recente apertura del sito amazon.it.

È stato pubblicato su YouTube la prima pubblicità dell’Amazon Kindle Fire, visibile qui sotto.

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