No, il caldo non ci ha fatto perdere il lume della ragione: la saliva può effettivamente essere utilizzata per produrre elettricità; a dirlo è Seokheun Choi, professore della State University of New York, che ha davvero sviluppato una batteria a saliva.

Parliamo ovviamente di una batteria molto piccola, ben lontana da quella che utilizziamo per gli smartphone, e che tramite la saliva riesce a produrre alcuni microwatt per qualche minuto; si tratta di una biopila, in cui sono presenti dei batteri che vengono attivati dalla saliva e che sono in grado di produrre piccole quantità di energia elettrica: piccole, si, ma fondamentali in alcuni casi.

Choi ha infatti spiegato come tale invenzione possa risultare vitale in quelle zone del pianeta dove l’elettricità rimane ancora oggi un miraggio, permettendo di accendere per qualche minuto un faretto LED o un sensore diagnostico per interventi di assistenza medica.

Siamo lontani quindi da poter ricaricare lo smartphone con uno sputo, ma questo risultato è un’altra spinta alla speranza che, prima o poi, saremo in grado di scoprire (o di sviluppare ed evolvere) una tecnologia per l’accumulo tale da risolvere i tanti problemi di oggi, non solo per i nostri smartphone ma per il nostro futuro sempre più elettrico.