Recensione CUBOT X20 Pro – Se i grandi brand lanciano ogni anno qualche particolare soluzione di design, i brand emergenti provavo a conquistarsi un po’ di notorietà proponendoli nelle proprie soluzioni a basso costo. È il caso della fotocamera posteriore di CUBOT X20 Pro, che trae chiara ispirazione da quella di iPhone 11 e Google Pixel 4.

Ovviamente siamo di fronte a un dispositivo di tutt’altra caratura, ma nella nostra recensione vi spieghiamo perché questo CUBOT X20 Pro è uno smartphone da tenere in considerazione se non volete spendere una fortuna, assicurandovi però un dispositivo valido.

Design & Ergonomia

Partiamo proprio dal disegno, che da lontano e a un occhio inesperto, assomiglia a quello di iPhone 11. La tripla fotocamera posteriore è infatti collocata in un elemento quadrato, con i sensori disposti su due file, ricordando in qualche modo quella del più illustre “collega”.

Nella parte frontale troviamo un piccolo notch a goccia che ospita la fotocamera frontale, con una cornice superiore ridotta, a differenza di quella inferiore, leggermente più pronunciata. A un primo sguardo si nota immediatamente una mancanza: non c’è un lettore di impronte posteriore, né tantomeno un lettore integrato nel tasto di accensione/sblocco.

Difficile pensare a un lettore integrato nello schermo, visto il costo contenuto dello smartphone. CUBOT X20 Pro non dispone infatti di un sistema biometrico sicuro, visto che lo sblocco può avvenire con i metodi tradizionali, come password o PIN, o con il riconoscimento del volto.

Questo scimmiottare Apple (e Google) non coincide però con un sistema tridimensionale sicuro, visto che viene utilizzata la fotocamera frontale. Nonostante questo nei nostri test con diverse fotografie non siamo riusciti a sbloccare lo smartphone, con una soluzione migliore rispetto ad altre, anche se non può essere considerata minimamente sicura. Va detto che in ambienti scuri lo schermo viene completamente illuminato, garantendo la possibilità di sbloccare lo smartphone con una buona precisione.

Per il resto abbiamo un frame metallico e una cover posteriore in vetro, per un look tutto sommato gradevole anche se il trattamento oleofobico lascia assolutamente a desiderare. CUBOT X20 Pro non è propriamente un peso piuma e si farà sentire in tasca o nella borsetta, ma non raggiunge comunque punte fastidiose. Al contrario il peso contribuisce a fornire una sensazione di maggiore solidità.

Funzionalità

L’assenza di un lettore di impronte sembra decisamente strana nel 2019, ma dopo qualche giorno di utilizzo ci si fa l’abitudine. Peccato solo per l’impossibilità di accendere lo schermo sollevando lo smartphone. È dunque necessario premere il tasto di accensione/sblocco e portare lo smartphone davanti al volto (ammesso che non preferiate utilizzare semplicemente il PIN o un pattern).

La presenza del notch non impedisce, come accade in molti smartphone, anche di marchi più blasonati, di visualizzare le notifiche di sistema, una decisione che sicuramente sarà apprezzata dagli utenti. Il launcher di sistema della ROM MediaTek riprende le funzioni del Pixel Launcher, con la “pillola” nella parte bassa per passare da un’app all’altra, aprire la modalità multitasking e il drawer delle app.

Per il resto non ci sono particolari applicazioni o impostazioni, ma non è detto che sia un male, visto che semplifica decisamente l’utilizzo dello smartphone senza richiedere particolari configurazioni.

Nella media la ricezione telefonica, che non ci ha mai dato particolari problemi, anche in zone difficoltose. Sottotono il WiFi, che rimane stabile anche se la ricezione non è delle migliori e tende a rallentare la navigazione. Buona anche la connettitivà Bluetooth, testata con auricolari e smartwatch, in entrambi i casi nessun problema.

Prestazioni

La scheda tecnica di CUBOT X20 Pro si rispecchia nelle prestazioni, sempre in linea con le attese, senza impuntamenti o rallentamenti evidenti, anche con i giochi più complessi. Buona parte del merito è del chipset MediaTek Helio P60, affiancato da 6 GB di RAM e 128 GB di memoria interna, che si dimostra sempre all’altezza della situazione.

Il comparto audio non è dei migliori, con alti un po’ troppo accentuati, anche se i bassi si sentono. Meglio appoggiarsi a un paio di cuffie, Bluetooth ovviamente vista l’assenza di una presa per le cuffie. Non male la connettività cellulare, con una ricezione del segnale nella media che non ha mai comportato aumenti nei consumi, anche nelle zone più difficili.

Buono anche il WiFi, dual band, che risulta stabile, anche se con una ricezione inferiore rispetto a modelli più costosi. Niente di allarmante in ogni caso, visto che nei nostri test non ha mai mostrato incertezze o disconnessioni improvvise.

Il ricevitore GPS/A-GPS svolge bene il suo lavoro, agganciando rapidamente i satelliti, anche in uscita dalle gallerie, senza incertezze o passi falsi, con consumi leggermente al di sotto della media. Presente lo slot dual SIM che permette di alloggiare due nano SM o in alternativa una nano SIM e una microSD, nel caso la memoria interna non fosse sufficiente

Fotocamera

La tripla fotocamera posteriore può contare su un sensore principale Sony IMX486 da 12 megapixel, un sensore ultra grandangolare (125 gradi) da 8 megapixel e un sensore di profondità da ben 20 megapixel, per un risultato bokeh niente male.

L’app fotocamera ha qualche contraddizione: una modalità AI che permette di migliorare leggermente gli scatti, grazie a una serie di parametri che vengono modificati in base al soggetto inquadrato, a cui si affianca una modalità bokeh davvero inutile. In realtà l’effetto ritratto è buono, in particolare con soggetti molto staccati dallo sfondo, e i contorni risultano ben definiti.

Attivando invece la modalità bokeh viene applicata la consueta sfocatura circolare decisamente inutile. Non male le foto con la lente grandangolare, anche se la dimensione inferiore del sensore non consente di catturare troppa luce. I risultati sono comunque buoni e vi permetteranno di scattare foto a gruppi molto numerosi, o di catturare panorami che altrimenti richiederebbero più scatti affiancati. Da sottolineare però la difficoltà a definire i dettagli, soprattutto con paesaggi ricchi di particolari.

Poco efficace lo zoom digitale, che produce immagini decisamente sgranate, mentre di notte la fotocamera si difende nei limiti del possibile, anche se patisce i riflessi di luce e produce immagini poco definite, con i dettagli che tendono a impastarsi.

Nella norma invece la fotocamera frontale, da 13 megapixel, con gli immancabili effetti di bellezza tanto cari agli appassionati di selfie. La fotocamera frontale viene utilizzata anche per lo sblocco col volto.

Batteria & Autonomia

Una batteria da 4.000 mAh, con ricarica rapida a 10 watt e connettore USB Type-C, garantisce un’ottima autonomia a CUBOT X20 Pro. Nei nostri test, anche quelli più impegnativi, l’autonomia non è mai scesa al di sotto della giornata. Anche utilizzandolo per giocare, guardare video o ascoltare musica, con circa 6 ore di schermo acceso, siamo sempre arrivati a sera.

Con un uso più blando, con notifiche attive, qualche consultazione web e app di messaggistica, email e poco altro, si può arrivare a due giorni pieni, o comunque ad almeno un giorno e mezzo, senza particolari accorgimenti.

In conclusione

CUBOT X20 Pro è il classico smartphone di fascia media che si difende bene in ogni situazione, senza eccellere ma senza punti deboli. manca un sistema sicuro di autenticazione biometrica, ma potete sempre ripiegare sul tradizionale PIN se non vi fidate dello sblocco col volto.

La fotocamera posteriore vuole soprattutto riprendere il design di iPhone 11, senza la pretesa di offrire scatti spettacolari, ma si difende in maniera dignitosa. Uno smartphone che ci sentiamo di consigliare a chi cerca qualcosa di economico ma in grado comunque di non passare inosservato, senza fare follie per acquistarlo.

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