Un Samsung Galaxy Note 9 avrebbe preso fuoco, secondo la denuncia di una donna di Long Island (New York), per quello che sarebbe il primo caso di autocombustione riguardante l’ultimo top smartphone di Samsung, e che potrebbe ri-scatenare il panico “Galaxy Note 7”.

La notizia riportata dal New York Post richiama alla mente ovviamente la vicenda del Samsung Galaxy Note 7 e le sue forti tendenze esplosive, che hanno costretto Samsung a ritirare dal mercato milioni di unità e fermare le vendite. Se con Galaxy Note 8 i problemi sembravano risolti, Galaxy Note 9 sarebbe dovuto essere ancora più sicuro stando alle parole della società, sia in termini di tecnologia che di controlli.

Stando alla storia raccontata dal New York Post, Diane Chung, agente immobiliare, avrebbe percepito il suo Samsung Galaxy Note 9 molto caldo durante l’uso, e avrebbe quindi deciso di riporlo in borsa. Chung, che si trovava all’interno di un ascensore, avrebbe poco dopo iniziato a sentire un suono “sibilante e stridulo”, accompagnato da del fumo che usciva dalla borsa.

Dopo aver poggiato la borsa sul pavimento dell’ascensore, Chung avrebbe cercato di svuotarla bruciandosi le dita per prendere quello che era il suo nuovo Galaxy Note 9, ora avvolto dal fumo. Buttato il telefono sul pavimento, e con il fumo –  tutt’altro che salutare – che le impediva di vedere, l’agente immobiliare è stata colta dal panico; appena arrivata al piano terra, è riuscita a calciare lo smartphone fuori dall’ascensore, con il dispositivo che ha smesso di fumare solo quando una delle persone presenti al piano lo ha gettato in un secchio d’acqua.

Diane Chung ha deciso di procedere per vie legali, per richiedere un risarcimento per i danni subiti e il blocco delle vendite di Samsung Galaxy Note 9.

Ovviamente, se il caso dovesse essere vero, sarebbe un bel colpo per Samsung, che potrebbe ritrovarsi nuovamente al centro di una bufera, sopratutto se altri casi simili dovessero emergere. Che ne pensate di questa storia?