Si sa che Apple è una società che ha poca pazienza: non sopporta che le si dica “no”, così come non sopporta “perdere tempo” in questioni legali che lei stessa ha messo in ballo. Proprio per questo ha chiesto alla corte di ridurre i tempi del processo con una “Motion to Expedite” (“richiesta di accelerazione [dei tempi del processo]”): secondo il giudice Lucy Koh, tuttavia, “Apple non ha dimostrato attraverso la Motion to Expedite la presenza di sostanziale danno o pregiudizio che possano giustificare una tabella di marcia delle udienze ridotta”. Anche se non ha grande importanza in sè, il fatto potrebbe cambiare l’atteggiamento verso il processo in generale della corte.


Nei fatti, Apple ha fatto richiesta ufficiale di due motion to expedite: una prima per accelerare l’intera udienza preliminare nel tentativo di iniziare il processo vero e proprio a Febbraio 2012, ed una seconda per accelerare il processo di produzione dei documenti per arrivare ad una decisione prima del tempo. La decisione del giudice Koh riguarda la seconda parte, e dunque la decisione verrà presa il 24 Agosto invece dello sperato 21 Luglio. Un lasso di tempo di appena un mese che, però, potrebbe avere notevoli ripercussioni: Apple ha infatti dichiarato di esser stata in trattativa con Samsung per un anno prima di avviare il procedimento legale, e dunque la richiesta di speditezza perde di senso. Un tempo di un mese è molto inferiore rispetto ad un anno di trattative nel quale sono già stati compiuti i danni, dunque è inutile un’ulteriore accelerazione.

L’attesa di Apple potrebbe essere giustificata da una necessità di rendersi indipendente da Samsung, che produce la maggior parte dei componenti interni di iPhone e iPad, cercando nuovi partner per la produzione dei chip.

Nel frattempo, Samsung ha richiesto le dimissioni del team esterno che si sarebbe dovuto occupare di effettuare le perizie su iPhone e prodotti della linea Galaxy per verificare un’effettiva copia da parte di Samsung dei prodotti di Cupertino. Lo studio Bridges & Mavrakakis, nominato da Apple, è stato co-fondato da persone che hanno in passato rappresentato Samsung: questa particolare condizione potrebbe dare ad Apple un vantaggio, poichè la conoscenza che queste persone hanno appreso su Samsung in passato potrebbe tornare loro utile per direzionare il caso in una direzione a favore di Apple – facendo quindi cadere la necessità di neutralità che viene espressa con l’adozione di team legali esterni.

Sembra che Bridges & Mavrakakis abbia cercato di smentire queste voci, asserendo inoltre che l’evoluzione tecnologica è tale da rendere inutile qualunque informazione passata e che “precedenti rappresentazioni di Samsung non sono sostanzialmente collegate con il caso odierno”. Affermazione vera, ma che perde smalto nel momento in cui si viene a conoscenza del fatto che la collaborazione avvenne nei primi mesi del 2011. Il caso in cui era intervenuto lo studio legale era relativo ad una causa verso Sony Ericsson, nella quale Samsung fece uso come “arma offensiva” di un brevetto che è attualmente oggetto di discussione anche nel caso contro Apple. Samsung ha dunque dichiarato quanto segue:

“Samsung is confronted with the incredulous situation of now finding these former trusted counsel working on behalf of Apple. Over the years, these attorneys not only provided Samsung with in-depth legal advice regarding global litigation strategy, but also detailed technical analysis of Samsung mobile devices. Their work included preparing and overseeing claim construction charts, working with experts, coordinating with Samsung’s in-house and business teams to craft strategy and develop facts relating to patent litigation about Samsung’s mobile devices, including fair, reasonable, and non-discriminatory term (‘FRAND’) arguments, analyzing Samsung’s patent portfolio relating to mobile technology, and reviewing technical specifications and other documents, including privileged documents relating to Samsung’s mobile technology patents. Through their representation of Samsung, these attorneys obtained unfettered access and insights into Samsung’s approach to patent litigation”

“Samsung si sta confrontando con l’incredibile situazione di scoprire che questi precedentemente fidati esperti ora lavorano per conto di Apple. Negli anni, questi avvocati hanno dato a Samsung non solo consigli legali approfonditi riguardo la strategia da adottare globalmente nelle cause giudiziarie, ma hanno anche preparato analisi tecniche dettagliate dei dispositivi mobile di Samsung. Il loro lavoro ha incluso anche preparazione e supervisione della costruzione delle accuse, lavoro con esperti, coordinazione con i team interni e legali di Samsung includendo dispute [legali] con «fair, reasonable and non-discriminatory term (FRAND)» («termini equi, ragionevoli e non discriminatori»), analisi del portfolio dei brevetti di Samsung riguardo la tecnologia mobile, e revisione di specifiche tecniche ed altri documenti, inclusi documenti riservati relativi ai brevetti sulla tecnologia mobile di Samsung. Grazie alla loro rappresentazione [legale] di Samsung, questi avvocati hanno ottenuto accesso e conoscenze senza restrizioni riguardo all’approccio di Samsung verso le dispute legali riguardanti i brevetti.”

In aggiunta alla richiesta di dimissioni dal caso di Bridges e Mavrakakis, Samsung ha richiesto che gli altri team legali assoldati da Apple confermino di non aver ricevuto alcuna informazione confidenziale nella preparazione dei loro documenti dagli avvocati di Bridges & Mavrakakis.

La risposta di Apple non è ancora arrivata, anche se ci si aspetta che cerchi di mantenere gli avvocati nominati. Che Samsung si aspetti legittimamente che questo abbia un peso nel processo o che lo usi come leva per complicare o far saltare la causa di Apple non si sa, ma ha richiesto un’udienza il 18 Agosto – data in cui il giudice decreterà se queste problematiche siano da prendere in considerazione.

[Via SlashGear.com 1 e 2]