Non c’è niente di meglio che iniziare il lunedì mattina con un po’ di legalese, vero? Soprattutto quando si è convinti che le batoste subite siano servite da lezione a certe compagnie col vizio del bando della concorrenza… Invece no. Oltre a coprirsi di ridicolo, Apple non impara dai propri errori e continua testardamente la propria battaglia. Speriamo che sia una battaglia contro i mulini a vento, visto che in ballo c’è – ancora una volta – la libertà di scelta per noi consumatori.

La compagnia di Cupertino ha rinnovato il suo attacco contro la società koreana con 278 nuove accuse (sì: duecentosettantotto), che coprono 72 brevetti e 10 prodotti Samsung – inclusi anche tablet e smartphone che non sono ancora in commercio in Australia. Non immaginiamo quali stermini di massa abbia compiuto Samsung per trovarsi con 278 accuse a carico. Apple si è sicuramente indispettita della sentenza di Dicembre favorevole alla koreana, ma ciò non giustifica una tale mole di accuse che la fanno apparire oltremodo ridicola ed esagerata.

Speriamo, ancora una volta, che Apple veda le sue intenzioni liberticide negate. Come il famoso buffone interpretato da Woody Allen in “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)”, Apple ce la mette tutta ma non fa ridere.

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