Ad un rapido sguardo, Samsung Galaxy Note 9 può apparire identico al Galaxy Note 8 che sostituisce. I modelli sono certo simili ma non uguali, e le forme dell’ultimo arrivato nascondono i tentativi di offrire il massimo sul miglior rappresentante della gamma smartphone sudcoreana.

Così Samsung si è soffermata a spiegarne alcuni aspetti realizzativi. Il telaio, ad esempio, sfrutta un processo produttivo chiamato Dia-cutting che, come lascia intuire il nome, “sfrutta la rapida rotazione di un utensile in diamante sintetico per ottenere superfici lisce e lucenti capaci di far risaltare i dettagli estetici”. Questo metodo di taglio tuttavia non può vantare rendimenti elevati e di conseguenza è piuttosto costoso.

C’è poi l’Infinity Display, mai così grande su un Galaxy. Nonostante la diagonale sia stata incrementata di un decimo di pollice, l’ingombro del telefono non è aumentato sensibilmente per merito di un ulteriore assottigliamento delle cornici. Una vera e propria sfida per i progettisti dal momento che non è avvenuto alcun cambiamento sui componenti utilizzati, su tutti capsula auricolare e sensori vari.

Samsung ha realizzato un breve filmato incentrato su alcune fasi del processo produttivo di Galaxy Note 9. Eccolo.

Vai a: Recensione Samsung Galaxy Note 9: una sportiva di lusso