Samsung vuol prendere tutto. Messa in cantina la leadership nel campo delle memorie, l’azienda sudcoreana guarda con attenzione al settore dei sensori fotografici presidiato da Sony.

In un mondo popolato da smartphone che vira con decisione verso la guida autonoma, bisognosa di fotocamere in grado di osservare costantemente ciò che avviene intorno all’auto, questo sarà (ma lo è già) un settore in grado di movimentare ingenti quantità di denaro a cui Samsung non vuole rinunciare.

Ma c’è da fare i conti con Sony, che la nave la guida da un po’. Attualmente in quanto a sensori fotografici il brand giapponese è leader globale con oltre il 50% del mercato e con una capacità produttiva, si dice, di 100.000 unità al mese. Come se non bastasse, Sony nel 2015 ha annunciato un piano di investimenti da 4 miliardi di dollari mirato a consolidare la propria posizione.

Samsung, conscia dell’impresa che l’attende, nel 2017 ha iniziato la conversione di una linea produttiva dell’impianto di Hwasung per adibirla alla realizzazione dei sensori, operazione che, si dice, sarà completata entro la fine dell’anno. L’obiettivo è di produrre a Hwasung un totale di 120.000 unità al mese.

È presto per dire se Samsung riuscirà nell’intento di sopraffare Sony. Di certo c’è che quest’ultima farebbe bene a non abbassare la guardia.

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