Samsung Galaxy Watch Active, il nuovo smartwatch della casa sudcoreana che strizza l’occhio agli utenti più sportivi e che è stato presentato lo scorso 20 febbraio in occasione dell’evento Galaxy Unpacked 2019, continua a non essere in grado di monitorare la pressione arteriosa. La funzione, indicata tra le peculiarità di questo wearable, manca ancora all’appello.

Sebbene Galaxy Watch Active sia ormai arrivato sul mercato da diverse settimane (è acquistabile anche in Italia al prezzo di listino di 249 euro), gli utenti che hanno deciso di farlo proprio ancora non hanno la possibilità di sfruttare la menzionata feature di monitoraggio della pressione arteriosa. Al di là dell’oggettiva mancanza, ciò che desta particolare fastidio di questa vicenda è il silenzio di Samsung sul problema.

Il produttore sud-coreano definisce il suo nuovo dispositivo indossabile come uno smartwatch orientato al fitness e al benessere, dedicato a quegli utenti che sono attenti alla moda ma che al contempo sono desiderosi di condurre uno stile di vita più sano ogni giorno. Al netto degli slogan pubblicitari, su un device da polso lo spazio per inserire i vari sensori non è infinito, per questo motivo nel caso di Samsung Galaxy Watch Active il sensore PPG che si occupa di monitorare il battito cardiaco è chiamato ad assolvere ad un duplice compito. Il PPG (Photoplethysmography) è un sensore di tipo ottico che misura i cambiamenti volumetrici nel sangue nella circolazione periferica, ebbene Samsung intende utilizzarlo in abbinamento ad un algoritmo proprietario per tradurre (con buona approssimazione) questi dati nella misura della pressione arteriosa dell’utente.

A tale scopo sarebbe decisivo il ruolo dell’applicazione My BP Lab, sviluppata in collaborazione con i ricercatori dell’UCSF (University of California, San Francisco). L’app in questione è al momento disponibile soltanto a bordo degli smartphone Samsung, dove “comunica” col citato sensore PPG integrato. La stessa applicazione dovrebbe, in linea teorica, connettersi anche al Galaxy Watch Active, ma finora la quasi totalità degli utenti non ha avuto fortuna. Qualcuno possessore di Galaxy Note 9, Galaxy S9 e Galaxy S10 ci è riuscito, ma non è chiaro il motivo per cui tutti gli altri no.

Il motivo del ritardo potrebbe essere speculativamente individuato nel mancato raggiungimento del livello di precisione sperato da Samsung. Un sistema di questo tipo non riceverebbe comunque alcuna certificazione medica, se quindi la feature non è ancora stata resa disponibile, la causa potrebbe essere individuata in risultati del tutto inaffidabili. Per il momento Samsung non ha fornito spiegazioni, si spera quindi che la situazione venga chiarita quanto prima.