Le presentazioni di Apple sono sempre accompagnate da un hype considerevole che per l’iPhone del decennale è divenuto trasversale, coinvolgendo sia i fan della mela che, diciamolo, anche una buona fetta di utenti Android, curiosi di sapere se Apple potesse superare quanto visto sulle recenti proposte del robottino verde.

A muovere iPhone X (“ten” e non “ics”, a Cupertino ci tengono) pensa l’inedito processore A11 Bionic, secondo Apple – guarda un po’ – il migliore mai integrato su uno smartphone. SoC chiamato di recente alla prova Geekbench, piattaforma che, per quanto possibile, tenta di approssimare il confronto tra ARM e x86/x64.

Gli sfidanti portano il nome di Samsung Galaxy S8 e addirittura di un portatile non di poco conto, il recente MacBook Pro 2017. I risultati, a prima vista, sono decisamente sorprendenti. Nel test single core Apple A11 Bionic tocca vette di fatto doppie rispetto a Galaxy S8 e inferiori di un’inezia rispetto a MacBook Pro.

La vera magia sembrerebbe avvenire nel test multi core, in cui il SoC di iPhone X stacca, nuovamente, Galaxy S8 e rifila circa 1000 punti a MacBook Pro. Ricordate il condizionale visto sopra, il “sembrerebbe”? Non è messo a caso. Seppur i risultati prestino il fianco ai sensazionalismi, sono doverose alcune precisazioni.

Anzitutto la voce “processore” di iPhone X riportante un “ARM @ 24 MHz” è palesemente errata, il che non aiuta a placare i più scettici. Volendo passare oltre, se è vero che i benchmark sono poco rappresentativi delle condizioni di utilizzo reali ed estremamente sensibili alle condizioni di workload, è ancor più vero come sia di bassa valenza il confronto tra hardware e software profondamente diversi.

Dunque sì, bel giochino. Ma da prendere con guanti e pinze.

Vai a: Ecco i nuovi iPhone 8 e iPhone X: Apple si rimette in pari con gli smartphone Android?